Si tratta del secondo film del noto cantautore come regista dopo Super rapina a Milano del 1964 girato assieme a Piero Vivarelli, ed è forse uno dei suoi più famosi, anche come interprete. Celeberrima è anche l’omonima colonna sonora del film, pubblicata nello stesso 1975 su LP e cassette Stereo8, e la canzone omonima Yuppi du è una delle più famose del suo repertorio. Può essere che i film interpretati e/o diretti da Adriano Celentano non siano delle pietre miliari nella storia del cinema italiano, ma Yuppi Du è unanimemente considerato il suo capolavoro (tanto da aver rischiato di essere premiato, nel 1975, al festival del cinema di Cannes (si ricorda che dal 5 settembre 2008 il film è disponibile, dopo anni di oblio, in una versione restaurata). Il film era stato molto apprezzato sia dalla critica internazionale che da quella italiana per la sua carica innovativa sia nei contenuti che nell’originalità della formula narrativa. Visto raramente in televisione, mai trasposto in videocassetta o in dvd, sono molti coloro che non conoscono questa che rimane sicuramente l’opera più interessante e impegnativa di Celentano. I temi trattati colpiscono per la loro attualità: i morti sul lavoro, la disoccupazione, l’inquinamento, la difficoltà di vivere con stipendi miseri, i cantieri navali e le fabbriche chimiche…
Il film non si può collocare in un genere particolare perché spazia dal drammatico al fiabesco, dal comico al musicale.
Nonostante le critiche lusinghiere e la considerazione internazionale conquistata con questo film, Celentano abbandonò l’esperienza di regista e ritornò ad essere solo cantante o a recitare in film altrui. È lui stesso a spiegare il perché: “Dopo il successo, dopo Yuppi Du a Cannes e le critiche positive, avrei voluto continuare la regia. Ma dovevo pagare i debiti, facendo il cantante o l’attore guadagnavo di più. La differenza tra Celentano di oggi e quello di Yuppi Du? Oggi direi le stesse cose, sono sempre io. È cambiato solo quello che c’è intorno”.
Nello scrivere il brano che ha dato il nome al film, Celentano scelse di non avventurarsi troppo oltre il suo “territorio” dal punto di vista musicale per tentare qualcosa di nuovo nel testo. Dopo un’introduzione di chitarra acustica il cantante parte fin dall’inizio con il ritornello del titolo. La canzone è scritta in inglese e non nel “gramelot” caro a Celentano, anche se, da un punto di vista linguistico, sembra scritta in italiano e poi tradotta, non proprio con grande competenza, in inglese.
Yuppi du yuppi du yuppi du
Yuppi du-i-du yuppi du
Yuppi du yuppi du yuppi du
Yuppi du-i-du yuppi du ….
There’s a fragrance of love in the air
It’s penetrating far deep in my heart
And the star it was reborn in the sky
And it died the day she went away
Yuppi du yuppi du yuppi du
Yuppi du-i-du yuppi du
Yuppi du yuppi du yuppi du
Yuppi du-i-du yuppi du
I feel the sound of a thousand colours
Which paints this scene this act of love
I hear the music that comes from the water
That rises from bowels of the earth
Yuppi du yuppi du yuppi du
Yuppi du-i-du yuppi du
Yuppi du yuppi du yuppi du
Yuppi du-i-du yuppi du
Now before me a cemetery do I see
Where all the arms of war are buried deep
And from the heavens descends a grand feast
Where all the nations of the world are united
Yuppi du yuppi du yuppi du
Yuppi du-i-du yuppi du
Yuppi du yuppi du yuppi du
Yuppi du-i-du yuppi du
Aaah … – yuppi du – yuppi du yuppi du
Traduzione italiana di Riccardo Venturi
Yuppi du yuppi du yuppi du
Yuppi du-i-du yuppi du
Yuppi du yuppi du yuppi du
Yuppi du-i-du yuppi du ….
C’è un profumo d’amore nell’aria
mi sta penetrando nel profondo del cuore
e la stella è rinata nel cielo
ed è morta il giorno che lei se n’è andata
Yuppi du yuppi du yuppi du
Yuppi du-i-du yuppi du
Yuppi du yuppi du yuppi du
Yuppi du-i-du yuppi du
Sento il suono di mille colori
che dipinge la scena, quest’atto di amore
sento la musica che viene dall’acqua,
che sale dalle viscere della terra
Yuppi du yuppi du yuppi du
Yuppi du-i-du yuppi du
Yuppi du yuppi du yuppi du
Yuppi du-i-du yuppi du
Ora davanti a me vedo un cimitero dove tutte le armi della guerra sono sepolte
e dai cieli discende una grande festa
dove tutte le nazioni del mondo sono unite
Yuppi du yuppi du yuppi du
Yuppi du-i-du yuppi du
Yuppi du yuppi du yuppi du
Yuppi du-i-du yuppi du
Aaah … – yuppi du – yuppi du yuppi du
Trama del film
Felice Della Pietà è un uomo dalle modeste possibilità economiche ed è sposato in seconde nozze con una donna di nome Adelaide. I due, insieme, crescono Monica, nata dal primo matrimonio di Felice con Silvia, suicidatasi per ragioni sconosciute tempo prima, gettandosi in un fiume. Mai veramente rassegnatosi alla scomparsa di Silvia, Felice ritorna un’ultima volta nel luogo dove la ex moglie si era tolta la vita e inizia a parlare alla sua tomba. Silvia però riappare all’improvviso, rivelandogli di aver inscenato tutto per poterlo così lasciare, in quanto stanca della povertà e della vita per lei troppo semplice che conduceva con Felice a Venezia. Adesso però ha deciso di tornare, sentendo la mancanza dell’amore vero di Felice.
Felice, ancora follemente innamorato di lei, allontana quindi Adelaide e intraprende una nuova vita con Silvia. Quando Silvia decide di ripartire per Milano per chiarire le cose con l’attuale marito, Felice le propone di portare con sé anche la figlia. Silvia dunque parte, ma non fa più ritorno. Solo dopo alcuni mesi Felice viene a sapere dove abita Silvia, insieme a Monica. Le raggiunge quindi a Milano, dove il ricco marito di Silvia sottolinea al protagonista che sua moglie è intenzionata a lasciarsi la vecchia vita alle spalle, non potendo più fare a meno della vita di lusso che aveva trovato (tuttavia non senza rimorso), volendo però anche riottenere sua figlia, nonostante le molte difficoltà legali del caso. A questo punto Felice – utilizzando la stessa logica “di mercato” del marito – propone freddamente di risolvere la cosa con la vendita a peso di Monica. Il marito di Silvia tenta di contrattare sul peso e alla fine paga 45 milioni per la bambina. Nel viaggio di ritorno in treno per Venezia, Felice incontra una donna identica a Silvia, con la quale ha un dialogo muto attraverso le voci fuori campo dei protagonisti: alla promessa di eterno amore e felicità fatta dalla donna, Felice risponde di non credere più all’amore e di sapere che in realtà l’unico intento di lei è di portargli via il denaro.