Siamo vulnerabili, fragili, esseri mortali.
Perché così spesso lo dimentichiamo?
Seppellite nelle impolverate pieghe dell’inconscio le ataviche paure, ci avventuriamo in una folle gara col tempo e non ci rendiamo conto di costruire sulla sabbia. La base su cui l’uomo edifica la propria felicità crolla nell’abisso della mancanza di significato. Dopo di noi-distruzione, deserto. Non possiamo scegliere il momento del proprio inizio, ne della propria fine, ma è in nostro potere decidere come vivere, in questo instante, in questo posto. Il granello dell’attimo è l’unica particella di tempo che ci appartiene. Perché il problema non sta nel fatto di essere mortali, il vero problema come dice Bulgakov è che a volte si muore all’improvviso, questo è il vero guaio (Il Maestro e Margherita).
Le prove sono una specie di “sveglia spirituale” che ci rivela il significato della vita, antiveleno contro la nostra autodistruzione esistenziale.
Ho letto una bellissima storia che mi affretto di condividere con voi.
In una piccola stanza ardevano quattro candele ognuna con il proprio nome, Amore, Fede, Pace, Speranza. Un violento soffio di vento ha spento tre candele, è rimasta solo l’ultima. Nella camera entra un bambino spaventato e smarrito, prende la candela della speranza e riaccende le restanti. La luce torna.
Siamo esseri lacerati da dubbi, all’incrocio siamo luogo dell’eterna lotta tra Male e Bene. Inciampiamo e perdiamo la Fede, affoghiamo nelle proprie illusioni e perdiamo la Pace, corriamo dietro le chimere che erroneamente chiamiamo amore, e che sono di tutto e di più, eccetto Amore. Inganniamo gli altri, inganniamo se stessi.Noi siamo gente del Sabato Santo. Gesù non è più sulla croce, ma nessuno sa cosa è successo. Quello si può solo percepire, per chi non ha disimparato a farlo. Che la nostra vita sia eterno sabato, sabato Santo prima della Pasqua! E non si spenga mai la candela della nostra speranza!
Darina Naumova