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Vita su quattro ruote di Nadir Malizia

Buongiorno, vorrei proporre la mia storia alla vostra rivista New Entry Per me è importante farla conoscere. Mi chiamo Nadir, ho 42 anni, sono giurista, sono diversamente abile sin dalla nascita. Abito nelle Marche a Marotta di Mondolfo. Ho vissuto in prima persona il tema delle barriere architettoniche, delle barriere fisiche e delle barriere mentali del pregiudizio.
Racconto la mia vita nel libro “Vita su quattro ruote”, prefazione di Cristina Lunardini, postfazione di Maurizio Coruzzi (Platinette), pubblicato dalla casa editrice romana C1V Edizioni.
Diversi gli aspetti affrontati in questo testo, anche il tema dell’omosessualità e della difficoltà di inserimento sociale. Credo nell’importanza di sensibilizzare l’opinione pubblica anche attraverso la scrittura. Ed è per questo mi batto molto per far conoscere la mia storia e la mia “vita su quattro ruote”. Il mio sogno è mettere a disposizione la mia vita per aiutare gli altri che hanno le mie difficoltà in questa società, dove mi sento una persona normale in una società disabile. Persone che hanno bisogno di un aiuto per superarle perché spesso le condizioni di vita in questa società per un disabile sono schiaccianti. Ho messo a disposizione anche le mie pagine Facebook “le famiglie e le persone con disabilità”. “Perché le barriere spesso non solo architettoniche”
Pagina ufficiale del libro http://www.c1vedizioni.com/#!vita-su-quattro-ruote/cr6a.
Inoltre il 8 aprile ho partecipato a Roma all’evento letterario ScpritaManent all’interno della pagina Facebook del libro troverete una mia intervista.
Nadir Malizia
PS: 327-2560936
L’AUTORE
Nadir Malizia, nato a Cremona, classe ’76, è Giurista, specializzato in Diritto Internazionale dell’Unione Europea. Fin da quando era adolescente ama scrivere per esprimere le proprie emozioni.
L’OPERA, LO STILE
“Io mi sento un uomo normale, purtroppo vivo in una società disabile che non vuole vedere al di là dei propri occhi”. Apre così il secondo capitolo del libro, che si compone di 16 capitoli più una poesia finale dedicata all’Amicizia. Con uno stile diretto, misto tra ricordi e pensieri, Nadir affronta il tema della disabilità, che lo accompagna da quando è nato, trasferendo la parte più intima di sé in queste pagine con l’intento di far capire cosa significhi la diversità e meglio ancora cosa significhi vivere in una società dove basterebbe poco per evitare situazioni di disagio provocate dalla società stessa.
COPERTINA
Opera LIBERO di Salvatore Tedone
Il cavallo è sinonimo di libertà, salta gli ostacoli e sostituisce la carrozzella correndo verso il traguardo, ovvero raggiungere la parità di diritti e l’abbattimento delle barriere.
sone che non ammettono le differenze.
Dalla prima intervista a NADIR MALIZIA (integrale sulla pagina ufficiale le libro www.c1vedizioni.com/#!vita-su-quattro-ruote/cr6a):
COSA TI HA SPINTO A SCRIVERE IL LIBRO “VITA SU QUATTRO RUOTE”?
Credo che arriva un momento della propria vita dove decidi di far conoscere la tua storia anche ad altre persone, scrivendo un libro. Ascoltando il telegiornale e leggendo i vari quotidiani ti capita di imbatterti in storie di famiglie che hanno figli con disabilità più o meno gravi, che fanno fatica ad essere aiutate e assistite da personale qualificato, che restano senza aiuti pubblici o che vedono tagliati sussidi per il trasporto, per l’istruzione per i bambini e i ragazzi che hanno bisogno dell’insegnate di sostegno, abbandonando a loro stessi anche i genitori. Un altro punto dolente è 

il settore della sanità, basti pensare alle malattie rare. Un mio amico è affetto da una malattia molto rara e i medici ancora non gli sanno dare una risposta. Trovo tutto questo assurdo!!!
Un altro motivo che mi ha portato a scrivere il libro è stata la poca informazione su come si vive in prima persona la propria disabilità e ancora la poca attenzione che i mass-media e altri mezzi di comunicazione fanno. Non dico che la situazione non sia cambiata rispetto al passato, ma questo secondo me, detto da una persona disabile, è ancora troppo poco, bisogna fare molto di più. Rispetto agli altri paesi europei siamo piuttosto indietro e questo non va assolutamente bene. Se leggiamo attentamente la Convenzione dell’ONU, che prende in esame i diritti delle persone diversamente abili, dovremmo avere potere d’acquisto, poter lavorare, viaggiare, espletare i beni di prima necessità. Ma tutto questo a quanto pare nel nostro paese ci viene negato. Per la società siamo considerati cittadini invisibili, invece siamo cittadini come tutti gli altri.
COSA VUOL DIRE PER TE SCRIVERE UN LIBRO COME QUESTO?
Vuol dire mettersi in gioco non soltanto scrivendo ma metterci la propria persona in prima linea. Quando decidi scrivere un libro sai ciò a cui vai incontro, specialmente quando affronti temi così delicati. Devi essere pronto a tutto, sia agli elogi sia alle critiche. Oltre ad affrontare il tema della disabilità, nel libro affronto anche un tema ancor più delicato: l’omosessualità. Certo non è stato facile affrontarlo ma ho voluto far capire anche come può vivere la propria omosessualità una persona disabile. Premetto che io sto bene con me stesso, sono pronto a essere anche criticato, purché sia una critica costruttiva, e non distruttiva, altrimenti il confronto non funziona. Le singole persone e la società in generale credono che quando decidi di stare con una persona in carrozzina devi fare da infermiere, ma non è così, questa cosa va sfatata. Avrò sempre bisogno di un aiuto, ma se riesco a fare le cose da solo tanto meglio. A volte, devo essere sincero, mi dà fastidio chiedere aiuto. I telegiornali e i vari mezzi di informazione parlano di omosessualità tra persone dello stesso sesso, ma non ho ancora visto nessuno affrontare questo argomento, visto e vissuto da una persona diversamente abile.
Vi siete mai domandati come viviamo la nostra sessualità indipendentemente dallo proprio orientamento sessuale? In base alla mia esperienza personale ho conosciuto vari ragazzi gay con una disabilità e devo dire che il risultato non è incoraggiante. Molti tendono a nascondersi per paura di non essere accettati per quello che sono sostenendo che nessuno li amerà mai, altri hanno paura dei propri genitori, della reazione che potrebbero avere; parlando con persone di qualsiasi età molte volte mi è stato chiesto come faccio ad avere rapporti con una persona. Io con tutta tranquillità rispondo: e tu come fai, me lo spieghi? In quel momento mi accorgo che la persona che ho di fronte non sa cosa rispondere, diventando di tutti colori dal forte imbarazzo.
Eppure esiste un’altra realtà, alquanto bella, di persone speciali che vogliono essere amate per come sono. Sappiate che la perfezione non esiste, si cerca di raggiungerla ma solo uno lo è: Dio.
A CHI SI RIVOLGE IL LIBRO “VITA SU QUATTRO RUOTE” E PERCHE’?
Il libro “Vita su Quattro Ruote” non ha un pubblico di lettori specifico ma credo sia molto ampio: è un libro per tutti. Si rivolge a coloro che non vivono direttamente una disabilità ma che magari
hanno un amico disabile e quindi questo potrebbe essere un primo approccio al tema della
disabilità. Oppure potrebbe essere un aiuto a tutti genitori che per paura, timore, non sanno come vivere la disabilità del proprio figlio. Leggendo il libro si possono avere tanti spunti, ad esempio se hai una disabilità non significa che la vita finisce ma con gli stimoli giusti e il sostegno della famiglia la vita continua anche se bisogna osservala in una prospettiva completamente diversa. O magari potrebbe rivolgersi agli stessi disabili che non riescono ad accettare la propria condizione, ma forse, se leggeranno questo libro, riusciranno a comprendere che si può svolgere una vita normale, si può fare qualsiasi cosa, basta volerlo.
Vorrei che il libro diventi una “guida” anche se non lo è. Avere una disabilità non significa essere diversi ma avere invece una spinta in più, vedendo tutto ciò in modo positivo.
Nadir Malizia

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