Arriva l’autunno
e come ogni anno
i dementi alberi
ai primi freddi si spoglian.
Come vermi rimangono ignudi
a far da trespoli
agli uccelli rimasti.
Oltre i loro scheletri
s’intravedono casolari
che prima le foglie coprivan;
il respiro è più ampio
se la vista è più lunga.
Gli alberi saran pure gli stolti
che si tolgon le vesti
quando termina il caldo;
ma io,
che pur contadino son stato,
In primavera
non mi ricopro di gemme
come le piante
che sopra ho citato.
Perdo le foglie
e mi spoglio dei giorni,
sempre più i ricordi,
sempre meno gli albori.
Superata la vetta
si va giù in picchiata,
e senza renderti conto
arrivi alla tua ultima giornata.
Il tempo è finito,
vecchio e rincoglionito
saluti il mondo, inizia l’infinito.
Giordano