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VIA GIUSEPPE MAZZINI

Giuseppe Mazzini (Genova, 22 giugno 1805 – Pisa, 10 marzo 1872) è stato un patriota, politico, filosofo e giornalista italiano. Esponente di punta del patriottismo risorgimentale, le sue idee e la sua azione politica contribuirono in maniera decisiva alla formazione dello Stato unitario italiano; le condanne subite in diversi tribunali d’Italia lo costrinsero però alla latitanza fino alla morte poiché egli fu convinto sostenitore dell’istituzione repubblicana contro la monarchia sabauda. Le teorie mazziniane furono di grande importanza nella definizione dei moderni movimenti europei per l’affermazione della democrazia attraverso la forma repubblicana dello

Stato.
«Gl’istinti repubblicani di mia madre m’insegnarono a cercare nel mio simile l’uomo, non il ricco o il potente; e l’inconscia semplice virtù paterna m’avvezzò ad ammirare, più che la boriosa atteggiata mezza-sapienza, la tacita inavvertita virtù di sagrificio ch’è spesso in voi.»
(Giuseppe Mazzini, Agli operai italiani)

«Ebbi a lottare con il più grande dei soldati, Napoleone. Giunsi a mettere d’accordo tra loro imperatori, re e papi.  Nessuno mi dette maggiori fastidi di un brigante italiano: magro, pallido, cencioso, ma eloquente come la tempesta, ardente come un apostolo, astuto come un ladro, disinvolto come un commediante, infaticabile come un innamorato, il quale ha nome: Giuseppe Mazzini.»
(Klemens von Metternich, Memorie ed. Bonacci, 1991)

«La patria è la casa dell’uomo, non dello schiavo»
(Giuseppe Mazzini, Ai giovani d’Italia)

Concezione mazziniana
«Costituire […] l’Italia in Nazione Una, Indipendente, Libera, Repubblicana»

(G. Mazzini, Istruzione generale per gli affratellati nella Giovine Italia)

Giuseppe Mazzini, che dopo la sua attività cospirativa degli anni 1827-1830 fu esiliato dal governo piemontese a Ginevra, fu uno strenuo oppositore della guerra di Crimea, che costò un’ingente perdita di soldati al regno sardo. Egli rivolse un appello ai militari in partenza per il conflitto:

«Quindicimila tra voi stanno per essere deportati in Crimea. Non uno forse tra voi rivedrà la propria famiglia. Voi non avrete onore di battaglie. Morrete, senza gloria, senza aureola, di splendidi fatti da tramandarsi per voi, conforto ultimo ai vostri cari.

Morrete per colpa di governi e capi stranieri. Per servire un falso disegno straniero, l’ossa vostre biancheggeranno calpestate dal cavallo del cosacco, su terre lontane, né alcuno dei vostri potrà raccoglierle e piangervi sopra. Per questo io vi chiamo, col dolore dell’anima, “deportati”.»

Mazzini suscitò «continuamente energie, affascinò per quarant’anni ogni ondata di gioventù e intanto gli anziani gli sfuggivano».

Quasi tutti i grandi personaggi del Risorgimento aderirono al mazzinianesimo ma pochi vi restarono.

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