Vennero i freddi,
con bianchi pennacchi e azzurre spade
spopolarono le contrade.
Il riverbero dei fuochi
splendé calmo nei vetri.
La luna era sugli spogli orti invernali.
(da Fuochi in novembre, 1934)
Poche pennellate, e il poeta parmense Attilio Bertolucci (1911-2000) dipinge un bozzetto delle sue terre d’inverno, quelle pendici d’Appennino dove scorrono il Cinghio e l’Enza, che a maggio si riempiranno del rosso dei papaveri e del verde e giallo delle gaggìe. Ora sono il bianco e l’azzurro a dominare il deserto ghiacciato su cui splende la luna, mentre tutti riposano al caldo dei camini nelle case.
ATTILIO BERTOLUCCI