Voglio raccontarti perché credo fortemente nell’e-sport come disciplina educativa.
Ti spiegherò anche il come sono arrivato a questa tesi.
Sei pronto? Si comincia!
Sono passati due anni da quando lavoro nel mondo dello sport elettronico e ciò che ho riscontrato sin dalle prime esperienze è la scarsità di gente realmente interessata alla struttura che il settore ha generato. Per la maggior parte degli interessati, gli sport elettronici sono ancora solo videogiochi. Immagina quale sia il pensiero di un individuo totalmente ignorante in materia.
Nel panorama collettivo l’idea di un giocatore di videogames che viene pagato per giocare non esiste. Ancora peggio se intratteniamo una discussione parlando di squadra sportiva composta da giocatori, staff, dirigenza e tornei/campionati. Lo scorso Dicembre abbiamo organizzato una rassegna culturale trattante di sport elettronico e mirata a coinvolgere genitori, insegnanti, appassionati e non, con l’obiettivo di illustrare al meglio quella che è la struttura e-sport, sia a livello internazionale, sia a livello italiano. Nelle precedenti settimane all’evento abbiamo pubblicizzato la rassegna visitando le varie scuole della zona ed è emerso un problema che neanche mi ero posto.
Alla domanda: “Ciao, sei appassionato di videogiochi competitivi o ne conosci qualcuno?”
La maggior parte dei ragazzi interrogati ha risposto: “Mi piace giocare da mobile, quando ho tempo, ma di console e PC non conosco nulla”.
E quindi io: “Non conosci nemmeno Call of Duty o Fifa?” (in questo caso ero certo che mi avrebbero risposto si). Ed ecco che mi lasciano ad occhi spalancati: “Fifa so che è un gioco di calcio, ma Call of Duty cos’è?”.
Credimi, la maggior parte dei ragazzi a cui mi sono rivolto mi ha risposto in questo modo.
Pochissimi di loro sapevano dell’esistenza di alcuni titoli colosso a livello di e-sports (League of Legends, Hearthstone, Overwatch, Call of Duty, Counter Strike). E, come se non bastasse, nessuno di loro sapeva che esistono tornei con montepremi in denaro, strutture dedicate, staff, società che fanno quello di mestiere.
Ci siamo quindi chiesti: possibile che parlare di e-sport equivale a parlare in una lingua aliena?
Ecco come è nato il Progetto Scuola: dalla voglia di divulgare e far comprendere la complessità e l’utilità del settore e-sport nella crescita di un giovane ragazzo. Ma perché un videogioco dovrebbe essere una materia di studio o una disciplina sportiva?
Lo Sport Elettronico è sicuramente l’unica via possibile per il riconoscimento di una passione da troppo tempo vista come dannosa. Oggigiorno se dici di essere appassionato di videogiochi le persone ti immaginano chiuso in una stanza buia, con la scrivania piena di schifezze, luce dello schermo che illumina il volto, cuffie in testa ed un’atmosfera di isolamento assoluto.
La verità è che il Gaming è una passione come tutte le altre, come la pesca, il calcio, il nuoto, con un unico vantaggio aggiunto: posso viverla anche da casa. Questo però non obbliga il giocatore a dover restare da solo, ad isolarsi, anzi. Attraverso il gioco si fanno tantissime conoscenze in più, puoi entrare in contatto con un mondo di appassionati lontani da te, stringere amicizie e vivere esperienze di gioco con un gruppo di persone creato esclusivamente attraverso piattaforme online. La differenza colossale con una passione “convenzionale” che ti obbliga a spostarti, macinare chilometri e farti trovare in un determinato posto per viverla a pieno. Ma torniamo a noi, possiamo veramente riconoscerla come disciplina capace di educare?
Certamente si, e ti spiegherò il perché.
Prima di pensare a come lo sport elettronico possa aiutare ad educare i giovani, facciamo insieme qualche riflessione. Avvicinare i giovani d’oggi al mondo del lavoro è una pratica difficoltosa e particolare da dover gestire, vuoi per mancanza di lavoro, vuoi per la pesantezza nell’associare giornate di scuola a quelle lavorative, vuoi per la priorità che la scuola ha su tutto a quell’età.
Perché si, anche il target d’età è importantissimo. Se pensiamo che un giocatore può affrontare una carriera competitiva fino ai 25/26 anni, dobbiamo focalizzarci nel formare interessati ed appassionati sin dall’età di 16/17 anni.
Per questo motivo il nostro target si è spostato verso le scuole superiori.
E-Sport: un’esperienza lavorativa
per le nuove generazioni
Ma veniamo al dunque. Lo Sport Elettronico è quanto di più accettabile e rappresentativo del mondo lavorativo per un ragazzo o ragazza di 16/17 anni. Se ci pensi bene, tramite l’e-sport, hai a disposizione una filiera lavorativa completa ed alquanto complessa. Ma facciamo un elenco delle caratteristiche che soddisfa in ambito professionale, così ti è più chiaro.
· Lavoreresti in un gruppo di persone, dovendo far pratica con rapporti interpersonali in ambito lavorativo;
· Avrai degli obiettivi da dover raggiungere (target), in termini di risultati acquisiti, dovendo lavorare duramente per ottenere ciò che ti viene chiesto;
· Avresti a che fare con un percorso di crescita professionale (in ambito e-sport, ma non solo);
· Dovrai mantenere rapporti con i tuoi diretti superiori che pretendono qualcosa da te;
· Avrai una schedule di orari da dover seguire e che dovrai rispettare;
· Dovrai mantenere un atteggiamento eticamente corretto, sia nei confronti dei tuoi compagni/colleghi, sia nei confronti degli avversari;
· Perfezioneresti il tuo inglese, essendoci la possibilità di giocare contro o in squadra con giocatori internazionali;
· Nel ruolo di manager avrai a che fare con la burocrazia, la logistica e l’amministrazione del team, affrontando ogni giorno diverse tematiche relative a ottimizzazione del budget, contabilità, documenti, voli e trasporti, iscrizioni, rapporto con i diretti concorrenti.
· E molto altro ancora.
Questi sono solo alcuni punti a favore della mia tesi. Un’esperienza lavorativa a tutti gli effetti con conseguenti effetti professionali. Unica pecca: ad oggi non esiste retribuzione, ma poco cambia a confronto con i classici stage. Illustrato in questo modo lo Sport Elettronico sembra essere un vero e proprio settore lavorativo, e lo è, io ci credo fortemente.
In fondo, come è capitato anche a me, ogni esperienza lavorativa, sia positiva che negativa, nella vita fa curriculum e ti insegna a gestire le situazioni che ti capiteranno in futuro, potendo prendere come esempio le esperienze passate.
Attualmente nel panorama italico, sembrerebbe che solo pochi eletti, in realtà chi vuole metterci la faccia, possano entrare a far parte del settore e-sport. La realtà è che ognuno di noi può farne parte, basta solo focalizzarsi su ciò che si vuole raggiungere attraverso questa esperienza.
Come ti dicevo poco fa: se vuoi divertirti, divertiti. Se vuoi migliorare, migliora. Se vuoi imparare, impara. Basta solo che tu capisca il perché stai giocando, il perché hai questa passione.
Quindi ora chiedi a te stesso: Perché mi piace così tanto giocare? Perché è diventata la mia più grande passione?
Prima di rispondere a questa domanda cerca di capire quanto è importante per te, quanto realisticamente può diventare un’esperienza lavorativa. Attenzione, non parlo di opportunità, ma di esperienza, perché l’esport attualmente non è nient’altro che un’esperienza con POSSIBILE (dillo a bassa voce) sbocco professionale. Chiarito questo dubbio potrai puntare al tuo obiettivo! Preparati, formati, studia e fatti aiutare. Amplia la tua conoscenza, incontra persone con la tua stessa passione, collabora con loro, forma un team, allenati.
Insomma scegli la tua strada e percorrila, alla guida ci sei tu.
Bene, come al solito, ho scritto tantissimo. Spero di averti trattenuto piacevolmente.
Ho cercato di esprimere il mio pensiero e condividere con te le informazioni ed esperienze vissute realmente in questi due anni di lavoro nel settore.
Ti ringrazio per essere arrivato fin qui e colgo l’occasione per chiederti un ultimo sforzo.
Lo Sport Elettronico è la passione che ci accomuna. Cerchiamo di rendere questa passione anche una possibilità per chi ci crede seriamente.
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