Da bambina ha vissuto in Perù, da quando ha 10 anni l’ha accolta l’Italia che è poi diventato il Paese in cui sta studiando, è cresciuta, ha fatto esperienze. Chi meglio di Valeria sa cosa significa l’integrazione e l’inclusione, così nonostante sia ancora una studentessa universitaria, da anni vive il mondo della scuola per spiegare il valore dei diritti, dei doveri e in modo particolare dalla cittadinanza connessa alla pluralità di identità. “Chi nasce in Italia e non è bianco, non è ritenuto italiano per via della carnagione, e nemmeno è riconosciuto parte della comunità di provenienza – racconta Valeria – E’ un tema che, prima o poi, tocca chiunque provenga da un paese straniero o sia della cosiddetta seconda generazione. Così, ho deciso di mettermi in gioco e ho incontrato tantissimi studenti, partendo soprattutto dal mondo degli istituti professionali dove gli studenti stranieri lamentano carenze didattiche e anche discriminazioni. Il nostro compito è semplice: diamo consigli a chi vive i problemi che ho vissuto io anni fa, diamo strumenti a chi ne ha bisogno per affrontare la vita”.
Dettaglio non secondario: Valeria è una studentessa di Giurisprudenza a Modena, è da anni impegnata a riflettere sui concetti di identità e di essere (o sentirsi) stranieri, si occupa di questioni di diritto all’Università, fa parte della Commissione disciplinare dell’Università di Modena, organo paritetico finalizzato a giudicare eventuali violazioni del regolamento da parte degli studenti.
Eppure, anche solo il fatto di essersi iscritta all’Università, è il frutto di un percorso ad ostacoli che si è scontrato con giudizi e pregiudizi. “Sempre stata portata verso Giurisprudenza, ma sono anche una persona a cui piace molto l’arte. Così, alle superiori ho studiato indirizzo artistico all’istituto professionale, per un motivo molto semplice: capita a molte persone straniere di essere sottovalutate e di esser indirizzate verso un istituto professionale piuttosto che a un liceo. Io però ho capito che avevo un potenziale quindi ho deciso di buttarmi sullo studio”.
Così, mentre la laurea si avvicina e Valeria è già pronta per un Erasmus che potrebbe poi aprirle le porte verso gli studi in Diritto internazionale nei rami diplomazia o avvocatura, ha deciso di bruciare le tappe e di attivarsi per aiutare altri stranieri.
“Integrazione e inclusione, tutto parte da qui – aggiunge – Faccio parte di Black Lives Matter di Modena e insieme al mio gruppo abbiamo deciso di parlare di discriminazione, di prima e seconda generazione, di razzismo nel contesto italiano. Ma, prima ancora, cerchiamo di parlare di identità, di spiegare cosa subentra quando una persona si interroga sulle proprie origini, sul proprio ego, son tutte fasi che chi ha background diversi affronta durante la vita. Ne parliamo alle scuole superiori quando i giovani sviluppano la loro identità, parlo di diritto e cosa comporta avere o non avere la cittadinanza, temi correlati a permesso di soggiorno”.
Ecco, sul concetto di razzismo, l’Italia è da sempre divisa, impegnata, combattuta. “Io ho avvertito razzismo quando sono stata indirizzata verso un istituto professionale, quando i professori hanno giudicato una persona che si sta integrando con gli stessi criteri di chi è già integrata. Dico di più: in Italia c’è un razzismo velato, pare non esserci ma c’è. Un uomo di colore che entra in negozio viene seguito dall’addetto alla sicurezza, cosa che non capita con un bianco. Se ci si presenta al colloquio per discutere un affitto indossando il velo, si scopre che la casa è stata già affittata. Nell’ambito lavorativo, a parità di esperienza viene tendenzialmente scelta la persona bianca. Il razzismo quindi c’è, occorre sensibilizzazione al riguardo, e noi ci proviamo a partire dalle scuole, agli studenti diamo gli strumenti per credere in loro stessi e non ascoltare chi ti giudica per l’essere straniero”.
Proprio le origini peruviane, associate al suo amore per l’Italia, rappresentano invece punti forti per Valeria: “La mia comunità è la mia famiglia, noi nelle nostre feste tutti sono i benvenuti. In Italia c’è stato l’impero romano, il Perù è stato la culla del regno Inca. In entrambi i paesi c’è stata straordinaria importanza a livello storico e culturale, da entrambe le culture ho trovato forza di andare avanti e perseguire i miei sogni”.
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