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UNICITA’

Proprio adesso che iniziavo a respirare atmosfera natalizia, le feste son passate. Stamattina sotto la vigile, rigidissima, attenta visione di mia moglie, ho aiutato a smontare l’albero, riposto tutti gli addobbi, presepi, babbi Natale, renne e simboli vari nelle apposite scatole; rompendo solo un paio di palle (d’altronde è forse meglio rompere quelle dell’albero che altre tipologie).

Mentre staccavo i rami del nostro abete sintetico, mi è venuto in mente il Natale 2021, il primo trascorso dopo il trasloco a Remedello, nella “nostra” (siamo in affitto) casetta bianca, che io ho battezzato: La Dimora di Biancaneve. Rimettendolo nella sua grande scatola non potevo fare a meno di sogghignare ripensando a quanto accaduto un paio di anni fa: era il 10 dicembre quando avevamo finito di trasportare tutto il mobilio e la casa era piena di scatoloni, sia io che mia moglie eravamo stanchissimi per non dire stravolti; quando la mia cara consorte ha avuto per le mani i cartoni contenenti l’albero ed i vari addobbi, colta da impeto Natalizio ha deciso di mettere in piedi l’abete; a nulla sono valse le mie proteste: – Giovanna, c’è la casa che è tutta un caos e tu proprio adesso vuoi attaccare le palle? – ma come diceva mio nonno Oddone: è piu facile deviare il corso di un fosso che far cambiare decisione ad una donna, e così non curante dei miei rimproveri, proseguì imperterrita nella sua opera, mentre io svuotavo scatoloni sistemando la nostra roba nei vari cassetti, lei diede nuova vita all’albero Natalizio; terminato di abbellirlo con luci e vari ghirigori straripante di orgoglio e soddisfazione, mi disse: – guarda Giordano, cosa ne pensi? Non è meraviglioso? – Devo ammettere che il nostro abete artificiale era proprio splendido non solo per il luccichio delle svariate lampadine, ma aveva qualcosa di assolutamente unico che non avevo mai notato negli anni precedenti; feci alla mia cara Giovanna tanti complimenti e l’abbracciai forte pensando che le donne hanno una marcia in più per quanto riguarda il gusto artistico.

Continuavo a rimirare la creazione di mia moglie cercando di capire il perché quell’albero fosse così particolarmente bello, e così presi il telefonino ed andai a cercare la foto fatta alla pianta il Natale precedente. Messa a confronto balzò subito all’occhio la diversità della forma: l’anno prima l’abete partiva largo terminando a punta, l’ultima creazione di mia moglie partiva con la base a punta terminando larga, praticamente era un albero capovolto con la grande stella dorata piantata sul culo là in alto. Evidentemente la mia cara Giovanna essendo stanchissima, aveva innestato i rami sul tronco centrale non rispettando la tradizionale scala, ma vi giuro che questa non voluta variazione donava all’albero di Natale un fascino unico e particolare.

Quando ho mostrato la foto a mia moglie, non l’ho fatto per cattiveria e nemmeno per prenderla in giro, anzi, gli ho fatto notare che quella variazione donava alla sua creazione una magia ed una bellezza ineguagliabile, ma lei quando ha guardato lo schermo del telefono ha cominciato a piangere, ma a piangere, non si fermava più. Ho cercato di consolarla in tutti i modi dicendogli che per una cretinata del genere non era il caso di affliggersi tanto e comunque l’albero era veramente bello.

Niente da fare, mi ha accusato addirittura di prenderla per il culo. Proprio in quel momento suonò il campanello, era nostra figlia assieme alla sua ultima nata (Beatrice) che all’epoca aveva 3 mesi, appena entrata mi ha chiesto il perché la mamma stesse piangendo, chiedendomi cosa gli avessi fatto (come se io fossi sempre il responsabile dei suoi malesseri), e lì mi sono un po’ sentito toccare sul vivo, ho spiegato alla cara figliola che io non c’entravo assolutamente nulla, e gli ho indicato l’albero di Natale.

Dopo un’attenta valutazione (senza guardare la foto dell’anno precedente) ha convenuto che era sottosopra, però aggiunse anche che era molto bello. Niente da fare, Giovanna piangeva pensando che adesso a prenderla in giro fossimo in due, e così nostra figlia, con un gesto repentino, mi piantò in braccio la nipotina e staccata la spina delle luci cominciò ha smontare quella bella, unica e singolare creazione di mia moglie.

In quattro e quattrotto l’albero è stato smontato e rimontato riprendendo la forma degli anni passati, uguale a tutti gli abeti esistenti; io non volevo, ho detto chiaramente la mia: – lascialo stare, è bellissimo e unico, rappresenta la situazione del momento, il nostro sottosopra – niente da fare, se è difficile far cambiare idea ad una donna, immaginarsi quando queste sono due.
Ho voluto riportare questo simpatico episodio tragicomico perché ben rappresenta la società contemporanea; conformati e indotti dai media o dai social a seguire certi costumi, consumare certi prodotti, indottrinati da personaggi più o meno famosi il cui scopo è principalmente vendere, sfruttando la nostra esigua capacità di ragionare di testa nostra.

Unicità è parente di libertà, anziché seguire sempre la corrente del fiume, sapendo per certo che la destinazione è il mare (a volte un mare di merda), forse dovremmo attaccarci ad un ramo, risalire sulla riva e con calma, sfruttare maggiormente le straordinarie capacità della nostra unica, ineguagliabile, insostituibile testolina.
Giordano

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