UN ALTRO MONTI (BIS)? NON E’ POSSIBILE!
In qualsiasi democrazia, chiunque miri alla più alta carica di governo può percorrere una sola strada: candidarsi alle elezioni ed ottenere “un voto in più” del proprio avversario. Non è concepibile, dopo la breve parentesi del governo tecnico, immaginare “un’altra eccezione” a questa basilare regola democratica! Mario Monti ha tutto il diritto di ambire alla premiership, ad una condizione: dimostrare di disporre di un’ampia legittimazione popolare. Fino a prova contraria, difatti, la sovranità appartiene ancora al popolo! Senza voler apparire “portatore di sventura”, per una volta l’Economista della Bocconi potrebbe aver fatto male i conti: la sua scelta di “salire in politica” potrebbe rivelarsi un inaspettato boomerang!
Fino a pochi giorni fa, Mario Monti si presentava al Paese come un “deus ex machina”: un salvatore della Patria, capace di far uscire l’Italia da una situazione apparentemente senza più via d’uscita. Di contro, l’unica via d’uscita dalla sua esperienza di governo portava dritto al Quirinale (in qualità di successore di Napolitano) o di nuovo a Palazzo Chigi (in qualità di premier “super partes” indicato dai partiti) o in Europa (magari in veste di successore del presidente Barroso). Una volta che il Professore si è tirato in mezzo all’agone politico, il quadro è profondamente cambiato: alle prossime elezioni, la coalizione Monti rischia di porsi come terzo, forse quarto polo del Paese (dato Bersani per favorito, Berlusconi e Grillo hanno le carte in regola per ambire a prendere un voto in più di Fini e Casini!).
A tal punto, a che titolo Mario Monti potrebbe contendere il posto a Bersani, ragionevolmente leader del primo partito d’Italia, per di più legittimato dalle primarie? Se “è tanto più facile ricambiare un’offesa che un beneficio” (P.C.Tacito), perché mai il Cavaliere, dopo aver ricevuto il gran rifiuto dal Senatore, dovrebbe appoggiare una sua corsa al Quirinale?
Se “non c’è vendetta più bella di quella che gli altri infliggono al tuo nemico” (C. Pavese), perché mai Berlusconi, dopo esser stato ridicolizzato dall’ironia british del Professore, non dovrebbe preferire al suo posto persino la Finocchiaro al Colle?
UN ALTRO PAESE, PIÙ SEMPLICEMENTE “NORMALE”, È POSSIBILE?
Nel 2008, in piena campagna elettorale, Walter Veltroni pronunciò queste parole: “L’Italia è un Paese migliore della destra che lo governa”.
In tutta onestà, come credere al mito degli “Italiani brava gente” o alla favola per cui il Paese reale sia fatto di tutt’altra pasta rispetto a chi lo governa? Se gente come Raffaele Lombardo, Marcello Dell’Utri, Cesare Previti ed i vari Scilipoti di turno e De Gregorio d’Italia hanno assunto ruoli di responsabilità pubblica è perché non pochi italiani hanno riposto in loro la loro fiducia! Si dirà che il Porcellum ha estromesso gli elettori della facoltà di scelta dei candidati.
Ma nel Lazio, dove alle elezioni regionali sono previste le preferenze, Fiorito -meglio noto come “er Batman”- non è forse risultato il consigliere più votato?
Alle parlamentarie del Pd gli elettori non hanno forse candidato a furor di popolo anche personaggi condannati o indagati, quali Genovese, Crisafulli e Papania in Sicilia?
L’ex assessore regionale Zambetti pare aver “comprato” 4.000 preferenze dalla ‘ndrangheta per assicurarsi l’ingresso al Pirellone.
Ma, dietro ad ogni voto comprato, non vi è forse un elettore “venduto”?
Totò Cuffaro, all’epoca già condannato in primo grado per favoreggiamento mafioso, è stato candidato dall’Udc al Senato. Gli elettori siciliani non l’hanno forse premiato con un consenso plebiscitario? Qualcuno ha interpretato la massiccia astensione dell’elettorato siciliano alle ultime regionali come la prova del disgusto nei confronti di un certo modo di fare politica.
Ma non è più probabile che molti, essendo consapevoli di non poter più ottenere “nulla in cambio” dalla politica di questi tempi, abbiano preferito risparmiare il proprio voto, aspettando “nuovi acquirenti”?!
Il “vaccino del berlusconismo” -per citare Montanelli- è stato iniettato ripetutamente agli italiani, pur producendo pesanti “effetti collaterali” (colossali conflitti d’interessi, ripetute leggi “ad personam” -dal decreto “salva ladri” del ’94 alla legge sul legittimo impedimento del 2010-, soppressione delle voci dell’informazione sgradite al potere -ricordate l’editto bulgaro?-, cancellazione della facoltà degli elettori di scegliere i parlamentari -si veda il “Porcellum”-, abuso del ricorso alla fiducia ed alla decretazione d’urgenza…). Eppure gli elettori non hanno forse atteso la “sesta” ridiscesa in campo del Cavaliere prima di iniziare a provare qualche “intimo prurito”?!
Come poter credere, allora, che gli italiani siano davvero migliori della “Casta” che li governa?
Fine prima parte
Gaspare Serra
Blog “Panta Rei”