Ha bussato alla tua porta sorella morte
in punta di piedi, alla porta del tuo cuore
con fare tenero e delicato candido.
Senza far alcun rumore, volata sei,
fra le volte celesti
con la stessa premura tocco leggiero
con cui sulla terra hai mosso i passi.
Attorno alle tue spoglie mortali i figli stanno
inoltrato lo sguardo, canuti i capelli
invecchiati i volti, che nella madre
avvolta fra morbidi cuscini bianchi
vedono la propria giovinezza, sfumare
per altrove dimorare.
Infiniti i pensieri che l’animo fanno traboccare
varieghiate le gioie che hanno donato
gioia e consolazione
ardore per il cammino proseguire
a discapito di ogni difficoltà.
Chino il tuo capo, un sussurro il tuo sorriso
che rivolgevi ai passanti,
come ombra di luce soffusa rivestita
lesta t’affrettavi nascondendo
le mani nel grembiale.
Anche per te un grazie per l’umiltà, la mitezza
la tenerezza che fulminea esplodeva
da ogni gesto, richiamo nella notte buia
di rinnovato candore, abito novo per il mondo.
Milena, la mamma di Vittoria e di Celeste