Cari lettori, eccoci! Pronti per un nuovo e interessantissimo articolo. Di cosa ci occupiamo oggi? Della nascita e dell’evoluzione del disco compatto.
Si tratta di un supporto in policarbonato, accoppiato a un foglio metallico, di forma sferica, con un diametro di 12 cm, nato come ciò che si è solito chiamare CD (compact disk).
Siamo nel 1928 quando una joint venture tra le aziende DuPont (esperta in policarbonato) e Philips progetta il disco compatto. La configurazione definitiva del CD avviene nel 1979, questa volta grazie alla collaborazione della giapponese Sony con l’olandese Philips. Bisogna però arrivare al 1982 per vedere il primo CD in commercio, prodotto a Hannover (Germania), su cui fu incisa la “Sinfonia delle Alpi” di Richard Strauss e il primo album pop: “The Visitors” degli ABBA.
Tutto il mercato si rivoluzionò dal 1990 con l’arrivo dei masterizzatori di CD. Fu così possibile realizzare e copiare su un sopporto vergine tutto ciò che l’utente desiderava (documenti, musica, foto ecc.). I due standard più conosciuti sono i CD-R (compact disk scrivibile, una sola volta) e CD-RW (compact disk riscrivibile, fino a un massimo di 1000 volte).
Due sono le spinte che hanno portato all’evoluzione da CD a DVD: la necessità di maggior capienza dati e il bisogno da parte dell’ industria cinematografica di un supporto con maggior possibilità di immagazzinamento dati e qualità di riproduzione più elevata rispetto a quelle delle videocassette (VHS). Si creò quindi un forum d’industrie (DVD forum) tra cui Philips, Sony, Matsushita, Hitachi, Warner, Toshiba, Jvc, Thompson, Pioneer, che individuò tre principali campi d’applicazione di DVD: DVD video (destinato a contenere film in sostituzione alle WHS), DVD audio (in sostituzione del CD audio, grazie a una maggior fedeltà), DVD Rom (in sostituzione del CD rom per una maggiore capienza). Il primo lettore DVD fu commercializzato della Panasonic nell’aprile del ’98 al costo di 1.2000.000 lire (619,75 euro). I primi film in DVD sul mercato costavano 54.9000 lire (28,35 euro). Tra i più conosciuti: “Jumanji”, “Nel centro del mirino”, “Qualcuno volò sul nido del cuculo”, “Guardia del corpo”.
L’evoluzione è avvenuta anche per quanto riguarda gli standard di protezione (onde evitare la copia diretta di film); i due più utilizzati sono Macrovision e la protezione CSS. La prima è volta a impedire la copia del video collegando in cascata altri videoregistratori; la seconda è destinata a evitare la copia-incolla via software da DVD a PC.
Furono, infine, introdotti i codici regionali (in Italia PAL-2), ovvero restrizioni mondiali che impediscono la visione di un film agli Stati in cui quest’ultimo non è ancora destinato alla visione e alla commercializzazione. Il contrassegno regionale consiste, in fase di produzione, nell’inserimento del codice regionale in un apposito registro di memoria del lettore DVD.
Siamo nel 2002 e per quanto riguarda l’evoluzione dei DVD assistiamo alla competizione mondiale tra i due principali marchi: Sony con i Blu-ray e Microsoft con i suoi HD-DVD (high definition digital versatile disc). Lo scontro vede vincitrice la Sony con il Blu-ray per una serie di motivazioni, tra le quali spiccano i vari sistemi di protezione, ritenuti migliori, e le configurazioni hardware necessarie per la riproduzione che “piacciono” di più alle major cinematografiche.
Siamo quindi arrivati ai Blu-ray (BD) che, grazie alla lettura/scrittura di un nuovo laser a luce blu (4,5 nm), sono in grado di contenere quaranta volte i dati di un DVD su più strati. Risulta tuttavia sufficiente un disco da 25 gb per contenere due ore di film. Il blu-ray presenta tre differenti modalità di archiviazione: 23.3 gb, 25 gb e 27 gb.
E’ stata la Play Station 3 il primo dispositivo ad utilizzare i Blu-ray a livello commerciale, grazie al suo standard dei giochi. Nel 2005 la Twentieth Century Fox ha iniziato a commercializzare alcuni titoli nel nuovo formato Blu-Ray, tra i quali le serie dei Simpsons, X-Files, X-men, Aliens; a seguire, le altre major cinematografiche hanno cominciato a masterizzare nuove e vecchie produzioni su questi nuovi e innovativi supporti.
Nel 2009 è stato toccato il primo record: il Blu-ray si guadagna il 16% del mercato, trionfando sul DVD che deteneva il 100%. Il 17 dicembre 2009 la Blu-Ray disk association definisce gli standard del Blu-Ray 3D, preoccupandosi di fornire la massima qualità possibile all’esperienza 3D garantendo un’immagine di 1.080 linee per ogni occhio (Full HD, ovvero 1920 x 1024 pixel). L’evoluzione non finisce qui e la Blu-Ray disk association non smette di stupire il pubblico, con il progetto del Super (o Ultra) HD 4k equivalente a 2160 linee (risoluzione di 3840 X 2160 pixel) e gli Ultra HD 8k (4320 linee ovvero 7680 X 4320). Per gli Ultra HD si può solo immaginare che un minuto di filmato richiederebbe 194 gb.
In questa corsa infinita HkStyle rimane al passo, guidando i suoi lettori, sempre inseriti nel vortice dell’evoluzione informatica.
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Stefano e Alice-HkStyle