Laura C. accusa i poliziotti di colpire ragazzi che, quale loro ultima spiaggia, protestano contro le ingiustizie facendo manifestazioni di piazza, ricordando che è una guerra fra pari cittadini, spesso coetanei. Vero, perchè questi poliziotti mettono a repentaglio la loro vita ogni giorno, obbedendo ad ordini che magari non condividono, ma da eseguire, come qualsiasi dipendente, e sono pure sottovalutati, sottopagati e criticati. Rischiano la pelle arrestando delinquenti che il giorno dopo sono già liberi, scortano politici che dovrebbero vergognarsi di toglierli dal loro vero lavoro: difendere i più deboli. Ma è impossibile non chiedersi:
1) come fa un poliziotto a rifiutarsi di scortare un politico, seppur in situazioni inutili se non assurde?
2) come fa un poliziotto a contrastare la violenza di “bravi ragazzi” che vanno a manifestare armati, che distruggono proprietà private e lo attaccano senza pietà?? poi, se capita la disgrazia, chissà perchè, il giovane disagiato, disoccupato, estremista, ferito o purtroppo ammazzato per legittima difesa e per difendere altra gente dalla sua irrazionale violenza, viene santificato e il povero poliziotto condannato.
E quei genitori che, neppure davanti all’evidenza schiacciante, ancora difendono i loro “bambini”, non pensano che anche il poliziotto è un figlio e magari ha anche dei figli?
Che se il loro “bambino” avesse manifestato civilmente nessuno l’avrebbe represso con la forza? Bisogna allora soppesare bene ogni singolo fatto e avere il coraggio di ammettere chi sta dalla parte del torto e chi dalla parte della ragione. I politici per primi dovrebbero farsi un esame di coscienza, ammesso che ne abbiano una, come pure i giudici che infliggono pene ingiuste e non ultimi i ragazzi, perchè è ora che si prendano le loro responsabilità e paghino i loro errori.
Ornella Olfi