Quattro chiacchiere, il tempo di un corroborante caffè, è quello che abbiamo avuto il piacere di trascorrere con la splendida autrice torinese Tamara Brazzi. A questo giro ci parla del suo primo libro per ragazzi. Si tratta di “Semino Birichino” (Kimerik), fresco fresco di stampa.
Tamara, bentrovata. Stavolta hai volto faci conoscere il tuo amico Semolino. Vuoi presentarcelo?
Sono felice di presentarti Semino Birichino, un personaggio davvero speciale e vivace. Semino è il simbolo della curiosità e dell’energia inesauribile che ognuno di noi ha dentro di sé, un piccolo semino che ama esplorare e scoprire il mondo con occhi pieni di meraviglia.
A quanto pare è un tipetto alquanto birichino. E tu sei stata una bimba birichina?
Da bambina, ammetto di essere stata abbastanza birichina! E credo che un po’ di birichineria sia essenziale per sviluppare la creatività.
Si dice che questo modo di essere nasconda anche una grande creatività. Che cosa significa per te oggi essere creativi?
Essere creativi, per me, significa saper vedere le cose da prospettive diverse, trovare soluzioni innovative e non avere paura di esprimere se stessi in modi unici e autentici.
La fantasia quanto conta in ciò?
La fantasia gioca un ruolo fondamentale in questo processo. È come un motore che alimenta la nostra capacità di immaginare e di creare nuove realtà. Senza fantasia, la creatività perderebbe la sua linfa vitale.
E il voler far vibrare dentro di noi il fanciullino di pascoliana memoria?
Mantenere vivo il fanciullo interiore, quel “fanciullino” di cui parla Pascoli, è cruciale. Significa coltivare la capacità di stupirsi, di sognare e di gioire delle piccole cose, mantenendo uno spirito giovane e aperto. È un invito a non perdere mai il contatto con quella parte di noi stessi che è pura e autentica.