Poche volte le campane
suonano per noi
tocco pesante, che il core colpisce
come folgore, facendo il petto balzare
ansare tremare.
E’ volato in cielo Cesare
con sussurrio lieve, varcando la soglia
che svela l’eternità, immergendosi a capofitto
nella bellezza eterea, che a piene mani
si rivela, regalando stupore pieno.
Cesare
anima bella, gentile, delicata
di lui nel cuore, un mare di ricordi, sulla pelle
tenerezze, sopra e sotto le righe
infinita dolcezza
ricordo, per i tanti momenti trascorsi
in comunione, tra le mille tribolazioni
difficoltà, speranze, illusioni
gettate, ad un mondo
che sembrava non ascoltare i nostri ansiti.
Per me padre, affidabile, amico sincero,
mano sicura, su cui il capo poggiare
braccia spalancate, sorriso aperto, gioia
tenerezza per Celeste e Vittoria
di riso argentino imbevuto.
Per te, un abbraccio
che tutto vorrebbe dire
racchiudere. conchiudere, abnorme
immensamente, al petto ti stringo
con tenerezza di figlia.
Di certo, incedendo
troverai tua madre ad attenderti
che il capo carezzandoti, seco ti condurrà
cheta, un poco mesta.
Di certo, incedendo, troverai mia madre
insieme varcherete la soglia
che separa l’oggi dall’eterno.
Dalle volte celesti, tendi la mano, paterna
sui tuoi cari, su Laura, Bruna, Elena e Luca
custodiscili, il dolore lenisci
di amore puro, eccelso
avvolgili, fra spire di foco e di luce.
Milena, la mamma di Vittoria e di Celeste