Caro tu, che non sai nemmeno di essere tu. Tu che conosci il mondo e un po’ conosci anche me, ma che tante cose non sai. Non è razionalmente spiegabile cosa voglio affidare a queste righe. Scrivo, e mentre scrivo il pensiero di te mi pervade, mi possiede, mi invade.
Succede spesso, sai? E spesso così all’improvviso, senza che me l’aspetti, senza che lo sappia, senza che lo possa spiegare. Sono lì, persa in qualcosa di altro, in una nota, in una nuvola, in un colore, in una parola, e arrivi tu.
E mi porti via. E mi lasci vuota, ma piena di te. E ogni cosa che sfiora il mio sguardo ormai sei tu. Ho paura, molta paura. Ho paura di quanto stai riempendo la mia vita, mi chiedo spesso se tornerai a riprenderti tutto ciò. Se verrà un momento in cui mi arriverai davanti mi stringerai tra le lunghe braccia e in uno sguardo tutto sarà vero, tutto sarà vivo e saremo noi due.
So bene che questo non accadrà mai, l’ho scritto e tu sai che quando una cosa viene scritta non accadrà. L’unico scopo della vita è sorprenderci, io credo, e questo implica che noi possiamo fare tutto, ma la vita è lì, è sopra, è intanto, presente silenziosa.
E cosa ne so io dell’amore? Come potrei dirti, A te, cosa sei per me? Io sono solo una piccola goccia di pioggia, come mai potresti notarla? Una lieve lacrima di una nube. Quanto vorrei sciogliermi nel tuo cuore, librarmi tra le tue vene, piangere nei tuoi occhi. Nei tuoi occhi di mare, nei tuoi occhi di cielo. Persa, senza via, senza rotta, senza faro, senza meta: solo te.
Tu, sospeso, vola, vola tra la pioggia, tra le nuvole, tra la tempesta. Forse berrai una goccia, forse una lacrima si fonderà, forse sarai libero. Tu, proprio tu, grazie di esistere,
Io – ormai tua.
Dal Diario – 2008
Ali di Farfalla