Premetto di aver lottato a denti stretti per ottenere la didattica a distanza per le mie figlie soprattutto per Celeste la quale essendo “fragile indiretta” non è stata tutelata dalle linee guida della ministra Azzolina. Premetto che organizzare, seguire con dedizione ed impegno due dad non è cosa semplice: richiede tempo e costanza, assidua presenza. La scelta di privare Celeste del contatto umano è stata dura da digerire, soppesata, condivisa, riflettuta. Scopo ultimo è la tutela della vita in un periodo di pandemia mondiale dalle mille incertezze, volti, tratti oscuri, dilemmi fondi.
Scopo primo è la difesa di una vita colta da fragilità quale quella di Vittoria. Per lei, come per mille e mille studenti portatori di handicap nulla e vaga l’attenzione rivolta dalle linee ministeriali.
Da oggi la classe di Celeste sarà in quarantena in quanto un piccolo è risultato positivo.
Da oggi, diciannove famiglie dovranno attivare, riorganizzare, modulare orari di lavoro, scolastici, famigliari per rispettare i quindici giorni prescritti. Si sarebbe potuto evitare? Pensando anzitempo, con parsimonia, generosa affettazione, senso di responsabilità ad alternative che garantissero continuità scolastica e sicurezza?
I vari ministri, fra cui la Azzolina, hanno il pensiero fatto ballare, in un girotondo assurdo e caotico, di proposte fatte e ritratte, dette e ritirate.
Al posto dei banchi a rotelle, poche le scuole a cui sono arrivati, più autobus per evitare assembramenti; più bidelli per garantire il rispetto delle norme; più insegnanti in previsione dei disagi che avrebbero incontrati quelli di ruolo.
Senza parlare, con tenerezza, di quella cerchia di ragazzi fragili che frequentano in presenza. Al Don Milani di Montichiari su 1800 alunni 7 gli studenti che solcano la soglia d’ingresso.
Dove la relazione? Dove l’integrazione?
Una domanda, a bruciapelo, mi sono sentita scivolare addosso, solcare fuori e dentro.
Domanda che non ammetteva repliche o ritardi, omissioni. Esigente quanto perentoria.
“Tu mamma, cosa avresti fatto al posto dell’Azzolina? Ha chiesto la piccola Celeste, mentre fuori la notte calata ovattata suoni al silenzio regalando stupore e meraviglia.
“Di certo non avrei permesso la riapertura delle scuole mettendo a repentaglio piccoli e grandi, studenti e famigliari. Di certo avrei potenziato la linea internet spesso rallentata o assente; avrei formato durante il periodo estivo gli insegnanti, di ogni ordine e grado, all’utilizzo dei dispositivi telematici e delle varie piattaforme in modo che nessuno possa dire “sono poco avvezzo”. Avrei educato allo stesso modo le famiglie, dotato di pc e di connessione ove necessario.
Questo per dare all’apprendimento scolastico serietà e continuità, coerenza. Sarete voi nel tempo a pagarne le conseguenze, nel proseguire degli studi, le lacune di argomenti non trattati saranno fonde, da colmare se si vorrà andare avanti …. E… quando il buon Dio e la scienza vorranno donarci un vaccino, una sicurezza, allora tutti a scuola perché l’andare a scuola è fatto di mille cose, piccolezze, infinitezze , condivisione con i compagni oltre allo studio.. non fare merenda nei banchi … un bimbo autistico ha ricevuto una nota disciplinare in quanto si era avvicinato troppo al compagno …. non avere l’angoscia di oltrepassare il metro … questa non è scuola!!!!” Mi ha colpito l’appello di un’amica, maestra elementare di una delle tante scuole dell’alta bresciana la quale per la seconda volta si è vista mettere la classe in quarantena, comprese le insegnanti. “Oltre a ricevere uno stipendio ridotto in quanto pur non essendo malate siamo in malattia, per i nostri bambini la nostra dirigente non ha voluto adottare la dad lasciandoli nell’ozio assoluto, in quinta elementare… come faranno l’anno prossimo alle medie????
Milena, la mamma di Vittoria e di Celeste