Il bello di una gita fuori-porta (in questo caso) sta tutto nel viaggio. Due ore da rimanere senza parole. Il bello sarà proprio il viaggio in treno. Se non ci credete, non vi resta che salire a bordo del Trenino rosso del Bernina e lasciarvi trasportare da Tirano a Saint Moritz. Una lunga traversata fra natura, montagne, neve (per gran parte dell’anno) e suggestione. Non è un caso che questa linea ferroviaria, costruita in punti ai limiti dell’impensabile, sia patrimonio mondiale dell’Unesco. Si parte da Tirano: parcheggio libero, comodità garantita, wc e servizi free a disposizione dei passeggeri. Coccole che proseguiranno per tutta la giornata. Sedetevi comodi, il meglio deve ancora venire. Da Tirano, le carrozze rosse attraversano la strada come un tram qualunque ed iniziano una lenta risalita. Prima di arrivare agli oltre 2.000 metri di Alp Grüm e Ospizio Bernina, forse le due fermate più suggestive, c’è almeno un’ora di viaggio da vivere. Le rotaie si inerpicano fra prati e rocce, in qualche caso sfiorando le abitazioni, in qualche altro costeggiando laghi suggestivi. Ma è quando il trenino sembra attorcigliarsi su se stesso che la tentazione di scattare una fotografia si farà irresistibile. Dalla testa si guarda alla coda e viceversa, col rosso delle carrozze che svetta nel bianco dei paesaggi innevati. Per gran parte dell’anno, lo scenario sarà questo. Più si sale, più attorno ai binari si intravedono cumuli di neve e muri bianchi che lasciano spazio alle carrozze e poco più. Le stazioni si fanno pian piano sempre più essenziali: casette in legno sono il riparo per i viaggiatori, che possono scegliere di salire e scendere a piacimento dal treno. La metà del viaggio culmina con l’arrivo al punto più alto (2253 metri s/m), appena sotto il Bernina, là dove d’inverno gli sciatori impegnati sulle piste si fanno ammirare dal finestrino. Attorno ai vagoni, solo la neve. Immense distese. Laghi ghiacciati e cascate gelate sono il panorama mozzafiato. Magia autentica. Il viaggio riprende. Dalle piste da sci verso Pontresina, cittadina che anticipa di una ventina di minuti l’approdo a Saint Moritz. Buona parte della neve scompare, all’orizzonte si manifesta all’improvviso una delle capitali europee del lusso. Il Trenino rosso giunge in stazione in perfetto orario. In cinque minuti, attraverso una Galleria improntata sul Design e sulle Olimpiadi invernali del 1928 e dl 1948, i passeggeri sono proiettati fra strade pulite comprese fra le vetrine dei più importanti brand mondiali. Imperdibile un giro attorno al Lago ghiacciato, guardando i grandi hotel 5 stelle di Saint Moritz si percepirà il rosso del Trenino pronto a riportarvi verso l’Italia. A metà pomeriggio, è ora di rimettersi in viaggio. Il percorso è l’inverso, lo spettacolo uguale. In certi tratti, viaggiare all’interno delle gallerie sembra un’avventura degna dei parchi divertimento. Ogni volta che i vagoni fanno capolino all’esterno, la natura trova il modo per stupire e scioccare. La luce è cambiata, la neve lancia gli ultimi bagliori. Si sale nuovamente sotto il Bernina, la sensazione di pace e tranquillità traspare da ogni cartolina che si può realizzare con un semplice smartphone. Ad oltre 2.000 metri, con la testa fuori dal finestrino, più che il freddo vi avvolgerà la sensazione di aver vissuto qualcosa di magico. La discesa è il preludio per il passaggio a Poschiavo e sul grande viadotto di Brusio che permette al treno di “arrotolarsi”. Mai come in quel punto, le carrozze paiono sfiorarsi. Si torna in Italia. Il Trenino costeggia la statale e con precedenza sul traffico entra in Tirano. In perfetto orario, si scende in banchina. Mai come in questa avventura, 4 ore e mezza (fra andata e ritorno) di viaggio sono state un piacere autentico.
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