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THE WHALE

Scheda film

√ Nazione: USA
√ Anno Produzione 2022
√ Genere: Drammatico
√ Durata 116’ min
√ Regia : Darren Aronofsky
√ Interpreti principali
• Bredan Fraser
• Sadie Sink

Plot

Un insegnante di inglese obeso e solitario cerca di riallacciare i rapporti con la figlia adolescente allontanata per avere un’ultima possibilità di redenzione.

Awards

Premio Oscar 2023
Best actor

Premio Oscar 2023
Best Makeup and Hairstyling

Trivia

Girato in formato 4:3, ci offre un’atmosfera confinata e squadrata che rispecchia i confini dell’appartamento di Charlie.

“The Whale” è il titolo originale di “Moby Dick” di Herman Melville, a cui si fa riferimento nel film.

INTRO
« Verso di te rotolo, verso di te,
balena che tutto distruggi senza riportar vittoria.» 1

REVIEW
La trama di The Whale ruota attorno alla vita di Charlie, un uomo patologicamente obeso interpretato da Brendan Fraser; Charlie soffre di un vuoto affettivo, di diversi strappi, e sta cercando di ricucire il rapporto con la figlia Ellie. Il film è la messa in scena di un dramma teatrale del 2012 scritta da Samuel D. Hunter – che firma anche lo script di questo adattamento cinematografico
Lo stesso dramma è un mix di letteratura: il titolo The Whale è un richiamo a Moby Dick di Melville, ma non è l’unico riferimento letterario presente nella pellicola. Infatti nel film, il protagonista Charlie ci riserva citazioni di “Song of my self” di W. Whitman.

Nei libri Charlie vede riflessa la sua vita, le parole sono come medicina per il suo cuore, a pezzi fisicamente e nell’animo, e il leggere come placebo della sua fame, sempre alla costante ricerca di umanità e sincerità. Nei libri Charlie trova spesso le risposte che la vita non è in grado di offrigli; Charlie desidera colmare il suo vuoto affettivo, desidera amare e farsi amare, farsi perdonare e forse perdonarsi, in particolare nei confronti di sua figlia.

Come nella poesia di Whitman è alla ricerca della sincerità verso gli altri e verso sé stesso, alla ricerca della sua balena bianca, che è il suo dolore e la sua salvezza.
Anche se la figura di Charlie è fortemente marcata, ll film non tratta e non parla di problemi di obesità e di cattiva alimentazione; in questo senso è necessario andare oltre alla finzione cinematografica, ovvero la ”vastità”2 è da intendersi come la complessità interiore e conflittuale del personaggio.

Tutto il film è girato dentro le quattro pareti dell’appartamento di Charlie e se escludiamo il finale e alcuni passaggi intermedi, la storia del grande schermo è una trasposizione quasi identica del piece di Hunter. Come la nave Pequod del libro di Mobydick, anche l’appartamento di Charlie solca le onde della vita, lungo il vasto mare e sorvolando gli abissi degli oceani.

Come il capitano Achab3 in Mobydick, Charlie trascina tutti i personaggi che gli stanno intorno verso la sua ossessione, il suo destino di perdersi, nell’autodistruzione. L’ossesione di Achab di trovare quella e quella sola balena bianca in tutti i mari della terra, senza bussola, senza ragione, se non con il suo istinto.

Charlie ha la possibilità di tornare “ a terra” , di riappropriarsi della sua vita e degli affetti dei suoi cari, ma sceglie il mare, l’assenza di sicurezza.

“Voglio dire soltanto che accadeva a lui come a una nave travagliata da fortuna, che trascorre miseramente lungo la costa a sottovento. Il porto sarebbe disposto a darle riparo, il porto è misericordioso, nel porto c’è sicurezza, comodità, focolare, cena, coperte calde, amici, tutto ciò che è benevolo al nostro stato mortale. Ma in quel vento di burrasca il porto, la terra, sono il pericolo più crudele per la nave. Bisogna ch’essa fugga ogni ospitalità; un urto solo della terra, anche se soltanto sfiorasse la chiglia, farebbe rabbrividire il bastimento da cima a fondo. Con ogni sua forza, esso spiega tutte le vele per scostarsi e, così facendo, combatte proprio coi venti che lo vorrebbero portare in patria, torna a cercare l’assenza di terra del mare sconvolto, precipitandosi per amor della salvezza perdutamente nel pericolo: il suo unico amico è il suo nemico più accanito!”4
Il viaggio in mare come metafora della vita e della morte, delle vele spiegate, una nave robusta, ma mai tanto robusta per solcare il vasto oceano e le sue imprevedibili tempeste. Il ricordo di Charlie in riva al mare, con i piedi sulla spiaggia e in acqua, il limbo tra terra mare può sembrare un ricordo piacevole di lui e della sua famiglia, con la piccola Ellie e la moglie ad attenderlo sulla sabbia, calda e serena… ma Charlie guarda il mare, il mare è già in lui…

“Ma siccome nell’assenza della terra soltanto sta la suprema verità senza rive, infinita come Dio, così meglio è perire in quell’abisso ululante che venire vergognosamente sbattuto a sottovento, anche se in questo fosse la salvezza.”

Come Achab, Charlie incontrerà la sua balena bianca, bianca come il finale del film; come Ismael, Ellie la figlia di Charlie, sarà “un’altra orfana”5, riscattata dal mare su una cassa da morto non sua6.

Affondando negli abissi del mare, Charlie scoprirà di avere fatto una cosa buona nella sua vita, quella che più aveva a cuore, quella per cui sceglie di cacciare la sua Mobydick.

Il film sembra dirci: siate sempre capaci di amare, anche se questo vi condurrà controvento, andando in mare.

“Di sotto al cappello abbassato sul viso, Achab lasciò cadere una lacrima nel mare; e tutto il Pacifico non conteneva ricchezzepari a quell’unica piccola goccia.”

 

1 Herman Melville, Mobydick
2 Citazione di W. Whitam, “sono vasto, contengo multitudini”

3 Achab, è il capitano della nave Pequod. Melville prende spunto dal Re Achab il quale abbandonò la fede del Dio di Israele
4 Herman Melville, Mobydick

5 Ismael, figlio di Abramo e di Agar, la sua schiava. Fu allontanato da Abramo dopo la nascita di Isacco.
6 Nel libro Mobydick, Ismael è l’unico della nave Pequod a salvarsi, aggrappandosi alla bara di Queequeq, viene recuperato dalla nave Rachel che era alla ricerca dei suoi naufraghi.

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