I matrimoni moderni, si sa, sembrano far uscire la parte più stravagante e bizzarra delle persone come nessun altro evento nella vita. E questo, probabilmente, perché le famiglie moderne portano con sé “al grande giorno” molte versioni di amore pazzamente complicate: dai divorzi, alle seconde nozze, per arrivare al concetto di famiglia che va ben oltre il nucleo originario.
Questa è l’anticonvenzionale realtà contemporanea a cui attinge lo sceneggiatore/regista Justin Zackham con il suo Big Wedding: la storia di un matrimonio incasinato e di una famiglia che farà le cose più esilaranti ed assurde per la felicità degli altri. E lo fa riunendo un cast stellare e multi-generazionale, guidato da Robert De Niro, affiancato da star del calibro di Diane Keaton, Susan Sarandon, Robin Williams e Amanda Seyfried.
Il tutto inizia quando il clan della famiglia allargata Griffin si prepara per le nozze del figlio adottivo Alejandro. Tuttavia quella che dovrebbe essere un’occasione di gioia si trasforma in assoluta follia perché la sposa e lo sposo cercano di fare contenti tutti (in particolare la madre naturale di Alejandro: colombiana e molto religiosa, che non è mai stata in America né ha mai saputo che i genitori adottivi Don e Ellie non sono più sposati da tempo). Per avere la sua benedizione, quindi, Don e Ellie dovranno interpretare i loro ruoli, da tempo dimenticati, di coppia felice mentre la nuova fidanzata di Don (la spumeggiante Bebe) osserva costernata la loro recita.
Quando il fine settimana del matrimonio comincia, l’amore è nell’aria, ma piccole bugie innocenti fanno cadere tutti in fallo. In questa confusione, si accenderanno vecchie fiamme, esploderanno nuovi amori, verranno confessati segreti e i parenti acquisiti subiranno dei capovolgimenti ma, se saranno capaci di evitare di uccidersi a vicenda, tutti i Griffin potrebbero ritrovarsi uniti nella loro singolare versione di armonia.
A completare il quadretto familiare si aggiungono poi una serie di altri personaggi. Lyla, sorella dello sposo, potente avvocatessa dalla battuta tagliente sempre pronta e dal rapporto irriverente con un padre a cui non ha mai perdonato l’infedeltà; Jared, il fratello con dilemmi sentimentali attratto da una donna con la quale ha una connessione un po’ complicata; la famiglia naturale di Alejandro; i nuovi suoceri; per finire con Robin Williams nei panni del prete, istituzione pittoresca della città, “Ministro” dal bicchiere facile e che non si ricorda nemmeno il latino.
Zackham (noto per il suo film di grande successo del 2007 “Non è mai troppo tardi”, con Jack Nicholson e Morgan Freeman) porta sullo schermo una comicità decisamente particolare. Molto asciutta, alquanto ironica e che, solo qua e là, riesce a strappare qualche risata. Facendo l’occhiolino ad altre pellicole (sicuramente tanti faranno il confronto con “Ti presento i miei”, “Mi presenti i tuoi?”, “Vi presento i nostri” e affini) ed inserendovi alcuni spunti di riflessione (le varie dinamiche familiari, specie il rapporto del burbero ed eccentrico Don con la figlia), la reunion delle vecchie glorie con le nuove promettenti generazioni si risolve in una commedia degli equivoci, di modesta fattura, e che ci vuole mostrare (ammesso che nel nuovo millennio ce ne sia ancora bisogno) i risvolti dei vari tipi di amore delle famiglie contemporanee. Alla fine, sembra volerci dire, al netto delle varie incomprensioni e imprevisti, quello che conta è che tutti stiano ancora assieme. Ma siamo davvero sicuri che questo possa bastare?
Piergiorgio Ravasio