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TESTAMENTO

Lascio il mio corpo nudo,
inutile e spento ai vermi.
Non chiuso in una scatola
di legno, voglio sentire addosso
il fresco di Madre nostra.
Che si nutrano, ingrassino, moltiplichino, i lombrichi,
e fertilizzino la Cara Terra
a cui tanto son debitore,
che molto ho calpestato
ma sempre rispettato.
Oddio, un dubbio m’assale
e toglie il fiato: prima di offrire il corpo mio un penitenziale questionario dovrò compilare?
(È stato all’estero nell’ultima settimana?)
(HA fatto piercing o tatuaggi?)
(Ha abitudini promiscue?)
Voglia il cielo non sia così.
Delle mie poche briciole in granaio voglio sia fatto dono al vento, che le sparga a suo piacimento.
L’anima mia, che fine farà?
Con quale peso e misura sarà giudicata? Con quale vaglio sarà setacciata? A maglie larghe o strette? Alla fine, sarà tutta pula il rimanente?
O grano dorato sottostante?
Aspetterò con ansia il responso, ma prima dell’eterna sentenza alzerò timidamente la mano: Padre, vorrei far notare
che la fibra è molto importante, andare in bagno
libera fegato e mente.
Giordano

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