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SEGNI NEL TEMPO

Gennaio 1985: ondata di freddo (3^parte)

Il 10 gennaio furono toccati i -23,4 °C dalla stazione meteorologica di Parma Panocchia; mentre la stazione meteorologica di Piacenza San Damiano raggiunse lo storico record di freddo di -22,0 °C. Notevoli anche i -16 °C a Firenze (un primato che sarà presto battuto), i -15 °C di Pontedera e

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Gennaio 1985: ondata di freddo (2^parte)

Il 5 gennaio un’irruzione di aria artica molto fredda colpì in pieno l’Italia, passando prima attraverso la porta del Rodano e poi anche quella della Bora. Il contrasto tra l’aria fredda e quella assai più calda del mar Mediterraneo provocò nevicate su tutta la Toscana centro-settentrionale (comprese Firenze e Pisa)

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Gennaio 1985: ondata di freddo (1^parte)

Il gennaio 1985 è stato uno dei mesi più freddi della storia in Italia e in molte aree dell’Europa dal punto di vista meteorologico, con temperature ovunque abbondantemente al di sotto delle medie stagionali fino al giorno 17 per l’ondata di freddo che la caratterizzò assieme all’omonima concomitante “nevicata del

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Strage di Capaci (3^ Parte)

Nell’aprile 1995 iniziò il processo per la strage di Capaci, che aveva come imputati Salvatore Riina, Pietro Aglieri, Bernardo Brusca, Giuseppe Calò, Filippo e Giuseppe Graviano, Michelangelo La Barbera, Salvatore e Giuseppe Montalto, Matteo Motisi, Bernardo Provenzano, Benedetto Spera, Benedetto Santapaola, Giuseppe Madonia, Mariano Agate, Giuseppe Lucchese, Antonino Giuffrè, Salvatore

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Strage di Capaci (2^ Parte)

Il 23 maggio Domenico Ganci avvertì telefonicamente prima Ferrante e poi La Barbera che le Fiat Croma erano partite per andare a prendere Falcone; Ferrante e Biondo (che erano appostati in auto nei pressi dell’aeroporto Punta Raisi) videro poi uscire il corteo delle blindate dall’aeroporto ed avvertirono a loro volta

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Strage di Capaci (1^ Parte)

La strage di Capaci fu un attentato messo in atto da Cosa Nostra in Italia, il 23 maggio 1992, sull’autostrada A29, nei pressi dello svincolo di Capaci nel territorio comunale di Isola delle Femmine, a pochi chilometri da Palermo. Nell’attentato persero la vita il magistrato antimafia Giovanni Falcone, sua moglie

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1980: terremoto dell’Irpinia (4^ parte)

La ricostruzioneA Laviano, paese in cui i morti per il sisma furono un quinto della popolazione (303 deceduti su circa 1500 abitanti), le prime case in legno (una ventina) con servizi compresi arrivarono già nel febbraio 1981. Il 25 aprile 1981, a 122 giorni dal terremoto, gli alloggi in legno

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1980: terremoto dell’Irpinia (3^ parte)

Al di là del patrimonio edilizio, già fatiscente a causa dei terremoti del 1930 e 1962, un altro elemento che aggravò gli effetti della scossa fu il ritardo dei soccorsi. I motivi principali furono due: la difficoltà di accesso dei mezzi di soccorso nelle zone dell’entroterra, dovuta al cattivo stato

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1980: terremoto dell’Irpinia (2^ parte)

Analisi geosismologicaIl sensore del sismogramma impazzito esce fuori dal tracciato a seguito della scossa delle 19:34L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) ha appurato che l’area interessata ha subìto tre distinti fenomeni di rottura lungo differenti segmenti di faglia, succedutisi in circa 40 secondi. Tali segmenti sono stati localizzati sotto

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1980: terremoto dell’Irpinia (1^ Parte)

« Ad un tratto la verità brutale ristabilisce il rapporto tra me e la realtà. Quei nidi di vespe sfondati sono case, abitazioni, o meglio lo erano. »(Alberto Moravia, Ho visto morire il Sud) TLa mappa dell’intensità della scossa delle 19:34Data: 23 novembre 1980Ora: 19:34:52Magnitudo Richter: 6,5Magnitudo momento: 6,89 ±

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