Dal mondo della scrittura a quello della fotografia, unendo un pizzico di sana malizia alla giusta dose di implicita provocazione.
Sonia Cardini, classe 1980, orgogliosamente toscana come non lascia dubbi il suo accento, è una di quelle ragazze che vanno ben oltre lo stereotipo della modella o dell’artista. Innanzitutto perché in tasca ha un diploma conseguito all’istituto d’arte dove adorava disegnare, e poi perché oggi lavora in tutt’altro settore.
Ma, quando può, con la penna e con la mente evade e fa evadere. È lei l’autrice di romanzi a tinte forti che indagano il mondo dell’omosessualità, della droga e del sesso, è lei la protagonista di set fotografici in cui la femminilità viene espressa senza pregiudizi ma senza l’ostentazione che pervade la società attuale. Se a questo ci si aggiunge una buona dose di umiltà e di gentilezza, si capisce al volo che Sonia Cardini va ben oltre lo stereotipo della modella “bella ma vuota”. La sua è una continua ricerca verso ciò che è contenuto, senza tradire quelle che sono le sue inclinazioni…
Riavvolgiamo il nastro: chi è Sonia Cardini?
Come detto sono nata ormai 40 anni fa, vivo in Toscana, nella bellissima Versilia. E poi… che altro volete sapere di me?
Partiamo dal tuo ruolo di scrittrice a tinte forti.
Faccio una premessa: la scrittura mi ha salvata. A tredici anni non ero una ragazzina molto socievole, quindi iniziai a creare i miei mondi scrivendo. Chi ha questo sogno nel cassetto deve inseguirlo, costi quel che costi. Io continuo a scrivere perché mi piace, perché per me la scrittura è il mio pane quotidiano.
Ed è così che ha iniziato a prendere forma quella che oggi è diventata una trilogia.
Mi è sempre piaciuto scrivere di passioni, perché io sono una donna passionale. L’ho iniziata per gioco e per sfida, poi ho capito che mi piaceva e ho continuato. Adoro l’eros in tutto le sue forme.
Oggi, però, la scrittura è anche un modo per andare oltre il pregiudizio.
Il mio primo libro (“Io non sono qui”) racconta la storia di Asia, ex modella omosessuale che vive a Milano. È una trama complessa che racconta la bella vita di quella città, il lusso e la trasgressione, ma anche l’altra faccia della medaglia, la droga, il sesso facile. Dopo quello è nato il suo seguito (“Ossessione”) e proprio da pochi giorni è in distribuzione l’ultimo capitolo della trilogia (“Io che so perderti”). In questi tre romanzi il lettore troverà tutto: sesso, droga, trasgressione, passione, soldi…
“Io che so perderti” è la tua ultima pubblicazione. Perché leggerlo?
Perché chiude la trilogia e perché credo che questo libro sia un’ulteriore svolta nella mia vita. È un po’ come aver messo un punto fermo su cose che prima aleggiavano solo nell’aria. La storia di Asia mi ha catapultata in quel mondo nel quale fino a pochi anni fa mi ero solo avvicinata titubante. Adesso invece sono fiera di averla portata fra i lettori.
Argomenti che fanno parlare e che ritroviamo anche sui tuoi profili Instagram. Che rapporto hai con i social?
Lo ammetto… Non amo particolarmente i social! Da una parte hanno avvicinato le persone, dall’altra le hanno allontanate. Non mi reputo una influencer ma gestisco un blog dal titolo www.lefinestredeglialtri.wordpress.com
Se vi va, venite a trovarmi!
Quale immagine vuoi veicolare attraverso i social?
Adoro parlare dei miei romanzi. Può sembrare presuntuoso ma è così. Mi piace il confronto con le altre persone, ma mi infastidisce l’accanimento che c’è in internet, dove la gente si nasconde dietro uno schermo per giudicare e disprezzare gli altri.
Ma i social sono immagine, e tu sei anche fotomodella …
La fotografia è nata per puro caso, iniziata per gioco parecchi anni fa. Posavo per un disegnatore che mi ha ritratta in diverse occasioni e da lì sono passata alla fotografia, prevalentemente come modella androgina.
È un campo che ti ha portata a diverse collaborazioni. Fra le quali, una importante a inizio millennio…
Torniamo indietro nel tempo! Sono apparsa su un calendario per il mensile Crash auto e motori del 2001. Un bellissimo ricordo…
Non ti sei mai approcciata troppo al mondo dello spettacolo. Come mai?
Per pura scelta. Sono una persona socievole ma riservata. Anche nel quotidiano sono cambiata. Ammetto di essere stata esibizionista e forse a volte lo sono tutt’ora. Credo che l’equilibrio sia trovare una via di mezzo.
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