Una voce sono, sempre e solo una voce che non s’arrende, non demorde; vigile prende atto, parola, il verbo inghiottendo con ferocia. Mancanza di certo, di sensibilità e di rispetto, da parte dello stato italiano che di parole è capace di condire le menti, per poi ritrovarsi, fra le mani, il nulla, sabbia sottile che scorre rapida. Ancora e sempre solo una mamma, di Vittoria e di Celeste. Pochi righi, di opposizione, di rivalsa, pronti a fendere ed ungere, alle basi mirando, fra mille cricche ed incertezze vestite di nulla. Un milione di milioni di miliardi i discorsi consumati a favore della disabilità, dell’importanza di stare loro accanto e di affiancare le famiglie in un cammino tanto particolare. Unicamente parole, nient’altro. Ad un mese dall’inizio dalla scuola, dopo aver penato per avere un sostegno per la bambina, eccone una, solo per pochi giorni; a seguire l’arrivo di un’altra “fine ad avente diritto”; ragazza dolce, disponibile, con tanta voglia di fare, con la quale assieme alle educatrici abbiamo cercato di gettare delle basi, per poter raccogliere frutti sul piano cognitivo e relazionale. Mago la mago magia … questa mattina, a seguito delle nuove nomine, tutto sfumato, perduto. L’insegnante ha dovuto cedere il posto ad una ragazza che senza degnarsi di presentarsi in sede nello spazio di poche ore ha rifiutato passando la fiaccola alla successiva, la quale non prendendosi la briga, per premura, per educazione di venire per guardare negli occhi mia figlia si presenterà lunedì decidendo poi se rimanere o meno. Sembra una barzelletta, o semplicemente un brutto sogno ma è realtà, vera, reale, quotidiana, che sulla pelle, sopra e sotto le righe si vive pienamente. E se anche la nuova arrivata dovesse essere disponibile, di buona volontà, altro tempo per riallacciare fiducia e conoscenza. Tempo che mai nessuno potrà restituirle, tempo svilito, derubato da crudele malattia; denigrato da un sistema fasullo.
Infliggere vorrei, risposta esigo, parola prendo, a testa alta, sentendo la voce tremare. A testa alta, il dito punto con rabbia , con dolore di madre per una figlia che se pur toccata da malattia, tra le mille traversie, è grande dono, preziosa ed amata.
Milena, la mamma di Vittoria e di Celeste