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SOGNI E REALTÀ

Stamattina passavo vicino alla palestra della riabilitazione e da lì sentivo un coro di fisioterapiste: “Dài, forza! Bravo! Su, bravo che ce la fai!”
Era un coro da grandi occasioni, da incoraggiamento per una prestazione importante: il signore anziano si stava tirando su dal lettino.
Ognuno ha le sue grandi prestazioni. Le realtà di successi e insuccessi possono essere molto diverse. Ricordarselo fa bene.
L’uomo che invece incontro più tardi è un irriducibile. È arrabbiato perché i suoi guai sono iniziati appena andato in pensione, e hanno mandato all’aria i suoi sogni. Così, per protesta irrazionale e non del tutto consapevole, si prende i suoi spazi di libertà contro la malattia: quando si dice un paziente non compliante. Non usa l’ossigeno come dovrebbe, perché uscire di casa con lo stroller fa vecchio e malato, e quel rospo proprio non va giù.
Ci si può fare molto male non riuscendo ad accettare la realtà. A volte può essere molto duro farlo, una strada tutta in salita. Eppure, può essere l’unica sensata e costruttiva.
Così, tra sogni e realtà, mi viene in mente una poesia di John Donne. È una poesia d’amore, che sento profondamente vera. La sento vera se penso a mio marito, e la sento altrettanto vera se penso alla mia vita, finora.

Il sogno
Per nessun altro amore,
avrei spezzato questo beato sogno.
Buon tema alla ragione,
troppo forte per la fantasia.
Fosti saggia a destarmi.
E tuttavia tu non spezzi il mio sogno, lo prolunghi.
Tu così vera che pensarti basta
per fare veri i sogni e le favole storia.
Entra fra queste braccia. Se ti pare
meglio per me non sognar tutto il sogno,
ora viviamo il resto.
Ecco. Ringrazio la vita perché vivo il resto.
sguardiepercorsi

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