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Scrivere in corsivo

Quest’anno, come tutti sanno, l’inizio e la programmazione dell’anno scolastico saranno complicati da gestire. Ci auguriamo che non sia troppo penalizzante per scolari, genitori e insegnanti, con misure che dovranno essere adottate sì per la sicurezza sanitaria, ma anche con un po’ di buon senso pratico. Voglio quindi sognare un po’ tornando ad anni scolastici in cui non tutto era certamente più comodo, né più veloce, ma simpatico da condividere con le nuove generazioni, alle quali sembrerà forse preistoria!! Non può che trovarmi pienamente d’accordo un articolo letto di recente: studi fatti a Milano hanno concluso che scrivere in corsivo stimola la creatività e la ricchezza di idee, aiuta ad esprimere se stessi, imprimendo in modo tangibile la propria personalità.
Da tempo, e ancor più dopo l’emergenza appena vissuta, con le lezioni online, i bimbi usano molto meno la scrittura manuale e si approcciano alla tecnologia in modo fluido e naturale. Alcuni, per contro, non sanno per esempio allacciarsi le scarpe o risolvere da soli piccole necessità personali quotidiane. Il 20% degli studenti italiani soffre di disgrafia (disturbo della scrittura nella riproduzione di segni alfabetici e numerici) e 8 su 10 sono maschi. Per combattere questo disturbo si consiglia spesso di scrivere con la tastiera, più veloce e intuitiva, ma la verità è che proprio la scrittura digitale provoca e peggiora la disgrafia.
La grafologa Irene Bentoglio e lo psicologo Giuseppe Rescaldina incolpano le tecnologie digitali di questi problemi perché semplificano le abilità manuali. Pure il Presidente dell’Accademia della Crusca concorda che i bambini che scrivono a mano sono più dinamici a livello verbale e di idee, rispetto agli altri. Inoltre sembra che i bambini che hanno imparato a scrivere a mano nei primi anni di scuola siano più brillanti alle superiori. Prendere appunti a mano, per esempio, aiuta a memorizzarli più rapidamente. Nel mio piccolo, facendo parte di una generazione che scriveva solo a mano, e tanto, tra l’altro con la penna stilografica, col pericolo di sbavature e conseguente strappo di pagine da parte della maestra, mi rendo conto di riuscire a ancor oggi a mano ordinata e senza fare errori ortografici. Col pc invece devo rileggere sempre
Ornella Olfi

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