Egregio Direttore, dopo molti anni di ricerche, e un notevole coraggio politico, il governo italiano era finalmente riuscito ad individuare un sito geologicamente sicuro dove stipare i rifiuti radioattivi. Una miniera di salgemma sotto il livello del mare, e settecento metri di argilla, è certamente il più sicuro dei posti immaginabili per tali pericolosi rifiuti. Ma il governo italiano non aveva preso in considerazione l’ignoranza di certi cittadini, che al cospetto della parola “nucleare” sconfina nella superstizione. Per annullare qualsiasi pericolo di fuga radioattiva bastano dodici metri di roccia; figuriamoci se ne mettiamo settecento! Ma il problema fondamentale non sta nel caso specifico, ma nell’impotenza del governo italiano, che per non rischiare di perdere qualche voto alle prossime elezioni, è costretto a recedere dal comune buon senso ogni volta che si trova al cospetto di una protesta popolare. Ed è così che i rifiuti nucleari restano in superficie, dove un’attentato potrebbe disperderne le polveri, che non possiamo costruire nuove centrali termoelettriche, perché nessuno le vuole, per non parlare delle discariche o degli inceneritori, che tutti vogliono da un’altra parte. È così che per fare un’autostrada ci vogliono vent’anni, che i governi di qualsiasi colore sono costretti a fare sanatorie di tutti i generi, e a tollerare un potere mafioso che ha il monopolio di milioni di voti. Non parliamo poi delle riforme necessarie a ripristinare la competitività del sistema, che sono sempre in ritardo rispetto ad un contesto internazionale di libera concorrenza. Tutti i problemi vengono posposti, o affrontati con provvedimenti tampone che servono solo a guadagnare tempo, e a passare la patata bollente al prossimo governo. Ma io voglio vedere con quale coraggio il prossimo governo deciderà di porre i rifiuti nucleari in altro sito. Si tratta in verità di un falso problema, che deriva dall’ignoranza umana, ma visto che i voti degli ignoranti contano come quelli di tutti gli altri, il ricatto politico funziona. Ridicola mi sembra poi la pretesa di dichiarare una regione “denuclearizzata” visto che il settanta per cento dei rifiuti nucleari proviene dagli ospedali, e bisognerebbe per questo bandire dal territorio tutti gli apparecchi di indagine radiologica. Se ciò che si deve fare non si può fare, io mi chiedo come il nostro sistema sociale possa reggere e adattarsi al mutare del contesto internazionale. Forse ci sarebbe un modo, quello di affidare certe decisioni impopolari al buon senso della gente, tramite referendum. Ma per fare questo ci vuole la volontà politica dei nostri delegati in parlamento, che dovrebbero per questo delegare alla gente un po’ del loro strapotere. Facchi Angelo da Gottolengo (Bs)