Vi presentiamo una nuova rubrica legata allo straordinario mondo dei vini, rivolta sia agli amanti del buon vino ma anche a coloro che vogliono assaporarne il vero gusto affascinati dalle varietà e complessità dei profumi che sprigiona. Ringraziamo sin da ora il Sommelier Luigi Caprioli, titolare del ristorante “La Rocca Contesa” di Lonato per aver accettato la nostra proposta di collaborazione.
Tra i miei ricordi di infanzia, uno mi riporta a brevi viaggi tra le colline moreniche sulla mitica Fiat 124 in compagnia di mio padre. Andavamo ad acquistare le damigiane di vino bianco che poi nei pomeriggi dopo scuola travasavo in fiaschi da litro e da mezzo litro. Quei fiaschi finivano sulle tavole dei commensali della “Trattoria da Paulì” (il nome di mio padre) a Esenta. Quel vino bianco, allora, si chiamava “Tocai”.
Oggi quel nome è riservato al vino ungherese che non ha nulla a che vedere con quello ottenuto dal vitigno Tocai Friulano. L’uva Tocai, tradizionalmente diffusa in Friuli, ha trovato sulle colline moreniche a Sud del Lago di Garda un areale particolarmente adatto alla produzione di ottimi vini bianchi, tant’è che i contadini della zona hanno iniziato a coltivarla sin dal 1800. Ma non potendo più usare il termine Tocai per le uve e per il vino le cantine della zona hanno rispolverato il vecchio nome dialettale dell’uva: Tuchì, e per il vino è stata creata una nuova denominazione ad origine controllata: San Martino della Battaglia DOC. La San Martino della Battaglia DOC è una delle denominazioni più piccole d’Italia ma può contare su una decina di cantine di qualità elevata.
Sommelier
Luigi Caprioli