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UN DOLCE RICORDO DI ALESSANDRA MALDIFASSI (1971-1993)

Alessandra Maldifassi, una voce d’angelo, solista della canzone “Pat, la ragazza del baseball” che purtroppo a 21 anni, una leucemia folgorante se l’è portata via.

Faceva parte del gruppo Le Mele Verdi, un coro costituito quasi esclusivamente da bambine, fondato nel 1974 dalla cantautrice Mitzi Amoroso e attivo fino al 1987, con repertorio di musica per bambini e sigle televisive. Il gruppo nacque casualmente: Mitzi Amoroso, che da diversi anni aveva abbandonato la carriera di cantautrice per dedicarsi alla musica per bambini, lavorava come insegnante di musica nella scuola della figlia Maria Francesca, e aveva vinto nel 1974 l’Ambrogino doro come autrice del testo del brano Il super timidissimo. Il giorno successivo all’Ambrogino la nonna dell’interprete della canzone le chiese di far cantare la canzone al nipote durante una festa paesana. La compositrice accettò e chiamò le sue figlie e alcune loro compagne di scuola per fare i cori. Fece vestire le bambine con delle magliette verdi e, vista la giovanissima età delle interpreti, decise di soprannominarle Le Mele Verdi. L’esibizione fu un successo, così vennero organizzati altri concerti nell’hinterland milanese.

Ecco l’esibizione di Alessandra Maldifassi nella canzone “Pat, la ragazza del baseball”

https://www.youtube.com/watch?v=_hDrAgDpMV4

Dopo o scioglimento del gruppo avvenuto nel 1987 a causa di problemi di salute di  Mitzi Amoroso, solo tre ragazze continuarono la carriera nel campo della musica. Alessandra Maldifassi ha partecipato alla serie Canta con Luna, prodotta dalla Fratelli Fabbri Editori carriera tuttavia interrotta purtroppo a causa della morte prematura della giovane all’età di quasi 22 anni

Riportiamo alcuni messaggi di coloro che a distanza di 30 anni dalla sua morte la vogliono ricordare con il cuore in mano, la sua voce risuona dentro i nostri cuori:

Ricordo ancora il momento in cui, all’incirca sei anni fa, appresi del triste destino della dolcissima Alessandra…  Sentii le lacrime sgorgare spontanee, non riuscii a trattenerle, vinto da un senso di profonda ingiustizia: lei, la ragazza che cantava una delle mie sigle preferite, se n’era andata nel fiore degli anni, portando con sé la purezza di quei giorni così lontani, spensierati…
La sua tenera voce da bambina ci rimanda in un istante ai pomeriggi passati a fare merenda guardando i nostri cartoni preferiti, prima di uscire a giocare a pallone con gli amici, un tempo in cui si poteva essere bambini fino in fondo, troppo ingenui forse, ma semplicemente bambini…
Un tempo immortalato nei suoi splendidi vent’anni.
Paolo

Alessandra, la cui vita è finita troppo presto, ormai tanti anni fa mi ha portato un’ondata di tristezza e un senso di perdita che raramente ho provato in passato, anche per ‘mancanze’ più vicine a me. Non saprei nemmeno io il perché: forse perché mi figuro questa bimba a cantare felice la sua canzone, assieme ai suoi amichetti delle Mele Verdi, il futuro davanti a sè, quasi una mia coetanea… E invece quel futuro le è stato in grandissima parte negato, quanta strada non percorsa. Al fondo delle cose probabilmente c’è il senso di una grande ingiustizia: nessuno dovrebbe terminare la propria vita così presto, per nessun motivo. Eppure, succede. Chi rimane si chiede perché, senza riuscire a trovare una cavolo di risposta, se non quello della nostra precarietà a fronte di eventi che avvengono in maniera del tutto casuale, capitando qua e là… e ci resta solo un senso di perdita, e l’angoscia dell’inspiegabile…
Manuel

 
 

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