Non poteva tirarla troppo a lungo. Anche la più perfetta delle balle prima o poi si rivela per quello che è. E il semestre UE italiano porta a Renzi il conto: la disoccupazione risale, il PIL italiano non cresce, l’inflazione scende ancora. I tecnocrati della UE rimangono impassibili di fronte al suo “sono arrivato primo alle europee e voglio un po’ di flessibilità”. Il rigore è rigore, ricordano quei sociopatici della UE. Non si sono lasciati intenerire dalla povertà della Grecia, figurarsi se cedono di fronte al fatto che in Italia ormai mancano anche i soldi anche per la cassa integrazione straordinaria. Se pareggio di bilancio è che pareggio di bilancio sia, oggi e non domani. In più il fallimento dell’operazione fintamente keynesiana, Renzi pensava di fare il New Deal con 80 euro ma i consumi non sono ripartiti. Chi conosce la MMT sa che né l’economia né l’occupazione ripartiranno senza un’adeguata spesa a deficit dello Stato. Chi ha capito il reale progetto dell’Unione Europea sa che questo però non avverrà mai. Mettere fine del tutto all’austerità significherebbe salvare le democrazie, i diritti, le ricchezze nazionali, il welfare e il concetto stesso di Stato. Ma che farà Renzi ora? Manderà a quel paese i diktat della UE al grido “lavoro e libertà”? A parte le risate, questa situazione fa venire in mente l’esperimento di Milgram, pietra miliare della psicologia sperimentale. Visto con gli occhi di oggi può sembrare assurdo che alcune persone allora si fossero prestate ad un esperimento così cattivo. Visto con gli occhi di oggi quell’esperimento ci fa capire molte cose. 1961: tramite un annuncio su giornale vengono reclutati i partecipanti all’esperimento, ai quali viene dato il ruolo di collaboratore dello sperimentatore. Ogni partecipante viene fatto entrare in una sala insieme allo sperimentatore. La sala è separata tramite un vetro da quella adiacente, dove è ospitata una persona dello staff con il ruolo dell’allievo. Al partecipante viene chiesto di fare l’insegnate: deve rivolgere delle domande all’allievo e ad ogni risposta errata somministrare una scossa elettrica. Ha l’ordine di aumentare l’intensità della scossa in proporzione al numero degli errori. Chiaramente l’allievo dall’altra parte del vetro fingeva delle convulsioni, mentre l’insegnante viene sollecitato dallo sperimentatore a continuare. Risultati? Il 65% dei partecipanti arrivò ad infliggere una scossa mortale (la persona dello staff fingeva di morire) senza disubbidire all’autorità. Molti ammisero di aver avuto perplessità e di aver provato una forte tensione eppure la maggior parte continuò ad aumentare la scossa sottoposti alla pressione degli inviti come “L’esperimento richiede che lei continui” “E’ assolutamente necessario che lei vada avanti” “Lei non ha scelta, deve andare avanti”. Quell’esperimento è ritenuto oggi “negativo” sul piano etico ma resta una pietra miliare da un punto di vista della ricerca nella psicologia sperimentale. Le persone obbediscono a figure autoritarie e per paura di disobbedire al sistema dell’autorità arrivano a compiere atti estremamente violenti. È quello che accade ai militari quando si difendono dai crimini commessi contro l’umanità nel caso delle guerre, “abbiamo solo obbedito agli ordini”. Ma non è forse la stessa dinamica quando l’Unione Europea impone ai Governi di esercitare la violenza economica? Può bastare l’aver chiesto di abbassare (di pochissimo) l’intensità della scossa per parlare di “cambiare verso”? Ci si può definire democratici, progressisti, innovatori sapendo che obbedire agli ordini significa generare dolore. L’esperimento di Miglram dimostrò però una cosa positiva: se nel gruppo dei partecipanti anche solo una persona disobbediva all’ordine “dai scossa elettrica” anche gli altri prendevano in considerazione di disobbedire all’autorità. Deanna Pala