L’Avantime è stata una vettura unica nel suo genere, un modello che non ha preso il posto di nessuna e non ha avuto eredi, capita raramente. Ricordo perfettamente gli anni della commercializzazione, un arco di tempo brevissimo dal 2001 al 2003.
Totalizzò meno di 8600 esemplari, oggi si direbbe un flop, io la definirei più una macchina incompresa o forse nata in un periodo sbagliato. Il corpo vettura era quello di un monovolume, aveva solo due porte però. Ed era proprio questa la grande particolarità della Avantime.
La linea laterale era davvero particolare, portiere senza montante centrale, superficie vetrata molto ampia che garantiva una luminosità notevole dentro l’abitacolo.
A ben guardarla, lateralmente sembra abbia tratto ispirazione da quei disegni stilizzati che fanno i bambini e che ritraggono automobili.
il risultato dal vero però è tutto tranne che banale, anzi è a mio avviso una macchina senza precedenti stilisticamente parlando.
Bellissimo il tetto in cristallo scorrevole, una volta aperto e con i finestrini abbassati sembra di essere su una scoperta.
Il disegno è di Patrick Le Quemont che era a capo del centro stile della Renault in quegli anni. Uno dei lati più inusuali di questa monovolume coupè sono i gruppi ottici posteriori, divisi in due parti quasi a stilizzare un fiocco.
Sembra che una volta terminato il disegno degli stessi nella parte inferiore, sia sfuggita la matita e abbia marcato un paio di segni in più verso l’alto.
Nonostante questo però se la si guarda con attenzione si intonano con la coda della vettura, e quel tocco che a prima vista poteva essere sgraziato risulta invece centrato e in linea con la grande personalità di questa auto.
Fu prodotta dalla Matra a Romorantin.
Condivideva con il coevo Espace, la meccanica della terza serie e venne inoltre fatto largo uso di alluminio. Le portiere avevano una doppia cerniera con movimento indipendente.
Trazione anteriore abbinata a cambio manuale oppure automatico.
Buona la scelta delle motorizzazioni, si poteva avere sia diesel che benzina, un 2.0 litri turbo da 165 cv oppure un 3.0 litri V6 da 207 cv entrambi a benzina. Se si voleva il diesel, era disponibile con il 2,2 litri da 150 cv.
Motorizzazioni che la garantivano buone prestazioni sopratutto quelle a benzina nonostante la mole del veicolo, pesava ben 17 quintali.
Anche gli interni sono molto futuristici, con quasi tutti i comandi e relativi schermi portati al centro dell’abitacolo. Volante multifunzione e un piccolo gruppo di pulsanti spostati in alto a sx, vicino ai comandi dei fari.
Il largo uso di pelle e la grande particolarità del design rendono gli interni futuristici e ricalcano in pieno il modello dei primissimi anni 2000.
La corsa alla tecnologizzazione degli abitacoli con i primi nav cartografici si faceva sentire anche qui. Lo scarso successo e il basso numero di esemplari prodotti, la rendono oggi oggetto delle attenzioni dei collezionisti anche se credo che alcune quotazioni siano figlie di speranze di lucro prive di alcun senso.
E’ attenzionata si, questo è vero ma certe cifre folli, rimangono tali. Siamo nel 2001, le torri gemelle sono appena state abbattute, catapultando il mondo in una nuova dimensione.
Nelle tasche abbiamo ancora la lira.
Nanni Moretti con “La stanza del figlio” vince la palma d’oro a Cannes esattamente 23 anni dopo Ermanno Olmi, l’ultimo italiano a trionfare sulla “Croisette.” Sono gli anni del berlusconismo in Italia, nato dalle ceneri di tangentopoli che neanche dieci anni prima aveva cambiato pelle al nostro paese. Il 20 Luglio a Genova si apre il G8, che metterà a dura prova la tenuta del capoluogo ligure. A quei tempi, ad oggi lontani più di due decadi, il mondo dell’auto era così diverso che sembrano passati 50 anni.
A listino nel 2001 non esistevano auto elettriche, solo di li a poco la Toyota avrebbe iniziato con l’ibrido su larga scala, per tutti.
La grande attenzione collezionistica che si sta ponendo verso le auto dei primi anni 2000, è giustificata dal fatto che ormai la corsa verso l’elettrificazione sta appiattendo i listini, intendo a livello emozionale. Ormai le sportive per tutti non esistono quasi più a motore termico, l’offerta si è ridotta di molto.
La nuova Clio RS non viene più prodotta per esempio, idem per la 500 Abarth.
Certe auto elettriche avranno anche più accellerazione di una Ferrari o di un Porsche Turbo ma vuoi mettere il sound di una super sportiva a motore termico?
No, non si può replicare con una cassa e un suono registrato!
Antonio Gelmini
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Meccanica Gelmini Italia