È questo il provocante titolo del Convegno organizzato sabato 18 novembre presso l’Istituto Omnicomprensivo di Remedello con il patrocinio del Comune di Remedello. Nel dicembre del 1962 venne approvata la Legge 1859 che istituiva la Scuola Media unica a partire dal 1° ottobre 1963, una scuola aperta a tutti, per realizzare, dopo la scuola elementare (primaria) l’obbligo di istruzione che la Costituzione aveva previsto per una durata complessiva di almeno otto anni.
Nel giro di sessant’anni la scuola media unica è passata dall’essere il successo del riformismo democratico al fanalino di coda del nostro sistema scolastico… e spesso è stata definita come il buco nero della scuola italiana. Nel corso degli anni l’unificazione della scuola media, che aveva l’obiettivo di ridurre le disuguaglianze sociali, le ha invece man mano ingigantite e abbiamo, quindi, progressivamente assistito allo svuotamento e all’impoverimento delle finalità ugualitarie della Legge 1859 del 1962, considerata l’unica vera grande riforma strutturale della scuola realizzata in Italia nel dopoguerra.
Tenendo conto che il fine della scuola media, diventata obbligatoria e gratuita, era proprio quello di elevare il livello culturale di ciascun cittadino e di tutto il popolo italiano, soprattutto nelle campagne e nelle zone più povere del Paese, si progettò quindi un nuovo modello di scuola, pensato per un “preadolescente” di allora, ma visto come una continuazione dell’istruzione elementare, modello che tra l’altro ha sempre stentato a trovare una propria identità peculiare.
Inoltre, la suddivisione in tre anni, rigida e schematica e l’approccio alle discipline spezzettato, non hanno contribuito a dare una funzione orientativa alla scuola media, ma hanno, invece, implementato un’attività selettiva aumentando insuccessi e abbandoni scolastici.
La scuola media (oggi scuola secondaria di I grado), oltre ad accrescere le conoscenze e le abilità, avrebbe dovuto promuovere l’autonomia nello studio, il rafforzamento delle attitudini alla interazione sociale… l’orientamento per la successiva scelta…: il tutto in relazione allo sviluppo della personalità dell’allievo.
Oggi è una scuola che dimostra tutti i suoi anni, sia perché la struttura organizzativa è ancora molto simile a quella del 1963, sia perché non ha più il compito di innalzare l’obbligo scolastico (ormai scopo del tutto superato) e non ha saputo attrarre su di sé la funzione di consolidare gli apprendimenti acquisiti nella primaria.
Che fare dunque per risolvere il problema degli apprendimenti, ma anche per affrontare le modalità con cui i nostri studenti vivono la scuola, in termini di benessere e di impegno? Che fare per affrontare il crescente disagio del corpo docente di questo segmento scolastico, disagio che riguarda diverse dimensioni: età, formazione, standard professionali, reclutamento, motivazioni e carriera? A queste domande cercheranno di dare una risposta tre pedagogisti di chiara fama, il dott. Mario Fraccaro, già Preside di Scuola media e Dirigente Scolastico per oltre trent’anni, il Prof. Maviglia, già Ispettore Scolastico e Provveditore agli Studi, il Prof. Giuseppe Colosio, già ispettore Scolastico e Dirigente dell’Ufficio Scolastico regionale lombardo.
Nella seconda parte del Convegno vi saranno le riflessioni del Dirigente Scolastico dell’Istituto di Remedello, dott. Michele Iammarino che affronterà la tematica del passaggio dalla Scuola Primaria, mentre la Dott.ssa Stefania Battaglia, Dirigente dell’Istituto Superiore Bazoli di Desenzano si occuperà dei punti critici nel percorso dalla scuola media alla scuola secondaria di II grado. Farà gli onori di casa il Sindaco di Remedello, ing. Simone Ferrari è gradita la prenotazione online perché i posti sono limitati.