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Quarta maregheritina nella vita di coppia (4^parte)

Staccare dai genitori! Per farmi capire bene e non essere fraintesa, faccio alcune premesse.

Prima premessa. Il rispetto per i genitori ci deve sempre essere. Anche se non li stimiamo più vanno sempre trattati con educazione e con rispetto. Il quarto comandamento dice: Onora il padre e la madre. Attenzione alle parole, Dio non dice “ama il padre o la madre” dice onora. Dio è molto realista, la realtà l’ha creata lui, non ci chiede niente contro la realtà. E Dio stesso sa benissimo che noi potremmo arrivare a non amare più i nostri genitori, ci chiede solo di onorarli, di trattarli con rispetto.
Dio dice anche un’altra cosa, se vi chiedo quanti sono i  comandamenti voi dite  che sono dieci, ma io credo siano 1+10 (non 11!), e quell’uno prima del  10 è: “nasceranno, abbandoneranno il padre e la madre e saranno una carne sola”. Sottinteso che non possiamo essere una carne sola per sposarci dentro, se prima non abbiamo abbandonato il padre e la madre.
Seconda premessa: l’aiuto in caso di bisogno tocca ai figli verso i genitori. Sottolineo in caso di bisogno. Non quando la mamma si ammala apposta così costringe il figlio a passare una volta in più a salutarla, (perché le mamme ne sanno 100 e uno più del diavolo). Prima vi manipolano in tutti i modi, quando non ci arrivano più vi fregano con i sensi di colpa.
“Come mai non mi avete telefonato? E come mai domenica non siete passati? E chi pensa a questi poveri due vecchietti?” Come vi fregano con i  sensi di colpa! Se io vi dicessi quello che sento sulle mamme… ci sono di quelle cose perverse. E io non incontro gente da manicomio, incontro gente normale come tutti noi.
Faccio solo due esempi. Una ragazza mi diceva: “Ho deciso di andare via tre giorni, la mattina che stavo partendo mia mamma era a letto che stava male. Ma mi sono ricordata delle sue parole. Perché io gli avevo detto: “Che cosa escogita tua madre la volta prossima..?” Allora mi sono ricordata delle sue parole e sono partita lo stesso. La sera ho telefonato mia mamma e stava benone”. L’altro esempio. Una ragazza di 31 anni decide di andare a vivere da sola, desiderio legittimo. La mamma cominciava a dare i numeri “cosa ho fatto io di male per meritarmi una figlia così? E io che pensavo di essere stata una brava mamma per te? E io qui da sola morirò?” Non soddisfatta prende giù le pillole per morire. Naturalmente in numero sufficiente per non morire. Tremende, guardate che le mamme rovinano i matrimoni dei figli.
Terza premessa. Essere noi i primi che telefonano a casa dei genitori per sentire come stanno. 15 giorni si telefona e si dice: “state bene, avete bisogno di qualche cosa?”, sì anche noi va tutto bene. La telefonata finisce lì. Non una parola di più, “il di più è del maligno” direbbe il Vangelo.
Quarta premessa. Mai rompere i rapporti con i genitori, che si passa dalla parte del torto.
Non è mai necessario, a meno che sia l’ultima cosa che c’è rimasta da fare per salvare la nostra coppia. Allora possiamo anche rompere i rapporti con i genitori, perché al primo posto c’è la nostra coppia ma non è mai necessario, tanto meno con la suocera. E adesso mi rivolgo alle fidanzate, perché tra suocera e genero, c’è un maschio e una femmina e le cose si sistemano.. Ma tra suocera e nuora ci sono due donne, due femmine alla conquista di un unico uomo, ed è lì che il problema si scatena. Il massimo che ha fatto vostra suocera nella sua vita, è questo figlio maschio, e te l’ha regalato, siete voi le vincenti: la suocera ha perso tutto. Quindi è una prova di intelligenza non rompere i rapporti con la suocera, e c’è sempre un modo gentile, educato, elegante, ma deciso, di far capire alla suocera che può arrivare soltanto fino ad un certo punto.
Quinta premessa. Ed è anche il test più veloce per sapere se una coppia sposata va bene.
Andare a mangiare la  domenica dalla mamma. Ci si può andare qualche volta ma non tutte le domeniche. Che poi si va quasi sempre dalla mamma di lei, oppure la moglie che dice “ma tanto mio marito è in mensa, io torno da mia mamma a mangiare, perché sarei da sola”. La coppia che tutte le domeniche è a casa della mamma a mangiare significa che come coppia non sta andando bene. Non ve ne accorgete i primi anni, ma siete sulla strada molto pericolosa, altrimenti mangiate pane e cipolla a casa vostra.
Queste cinque come premesse.
Nel momento in cui ci sposiamo la persona più importante diventa il marito, diventa la moglie. La mamma verrà subito dopo ma dopo. Per cui salgo prima a salutare mio marito, poi scendo a salutare mia mamma, non viceversa. Anche se faccio tre scale in più. E non è necessario, nel senso che non si deve fare, ridiscendere tutte le sere a salutare la mamma. Cos’è questo marito che va a leggere il giornale dalla mamma, va a bere il caffè dalla mamma? Ma sta con tua moglie! Allora vuol dire che nel momento in cui ci sposiamo non dobbiamo più sentire il bisogno di telefonare tutti i giorni alla mamma. Ci sono sposi che tutte le sere alle 8.30 telefonano alla mamma, per fare il rendiconto… ma fallo a tuo marito! Se una sera ritarda di un quarto d’ora arriva la telefonata dalla mamma col tono lamentoso. “E’ successo qualcosa che non mi hai chiamato?” Se poi una mamma si permette di telefonarmi tutti i giorni, mettete la segreteria e non rispondete. Oppure, ormai esce il numero, non si risponde. Il bisogno di andare a chiacchierare tutte le domeniche pomeriggio con la mamma è sbagliato. Si chiacchiera con il marito o con la moglie, non con la mamma. Il bisogno in questo periodo di andare a fare la spesa con la mamma è sbagliato. Le tendine le avrà sotto il naso tuo marito tutta la vita, va a sceglierle con il tuo futuro marito.
Una coppia mi diceva “abbiamo cambiato le bomboniere perché non piacevano a mia mamma”. Ma chi si sta sposando? Le mamme pagano le stanze da letto per metterci il naso nella scelta. Quando avete scelto, pagato, arredato la vostra casa, chiamate contemporaneamente i quattro genitori (non fate differenza tra i miei e i tuoi) e fate vedere la vostra casa arredata. Se sentiamo ancora questi bisogni, vuol dire che abbiamo su ancora il bel vestito di figli dipendenti dalla nostra mamma, e se abbiamo su ancora quel vestito, non possiamo rimetterci un altro vestito di mogli, di madri, di mariti, di padri.
Prima devo togliermi il vestito di figlio, poi posso mettermi un altro vestito,  altrimenti sto con tre vestiti uno sopra l’altro: certamente non sto troppo bene.
-continua 5^ parte –
Belotti

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