Quando fra appassionati si finisce per parlare di Porsche, spesso e volentieri si va ad “impattare“ su tutte quelle Porsche che non sono la 911. I puristi che a pancia e passione capisco, storcono il naso per tutto ciò che non ha un flat six, addirittura tanti, considerano già la 996 una quasi Porsche, per via della mancanza del leggendario ventolone nel vano motore e per la forma dei fanali.
Io come ho già scritto in passato, sono un 996 enthusiast. Personalmente stimo le case automobilistiche che decidono di non morire e di cambiare pelle, pur non rinnegando se stesse. Il mondo si evolve, i gusti, i consumi cambiano strada e orizzonte con la stessa fluidità e velocità dell’acqua.
Ben vengano le 924, 944 se si guarda al passato, la geniale intuizione del Cayenne, del Panamera e del Macan poi. Hanno fatto vendere centinaia di miglia di unità a Porsche, consentendogli allo stesso tempo di tenere in listino un’ autentica leggenda come la 911, in tutte le sue serie e sfaccettature.
Quanto alla Boxster, i primi esemplari videro la luce nel 1996, dotata del leggendario flat six che erogava 204 CV, cambio a 5 marce oppure poteva essere dotata della trasmissione Tiptronic. Il design opera della matita di Harm Lagaay, risentiva pesantemente del family feeling con la “sorellona“ 996.
La disposizione centrale del motore, consente un’ottimale distribuzione dei pesi, anche l’adozione di un sistema molto simile al carter secco, consente un abbassamento della posizione del motore il più possibile verso il suolo. Il tutto fa si che si possa avere una maggiore stabilità. La raffinata aereodinamica, le consentiva nonostante la potenza fosse solo di 204 cv di raggiungere i 245 km/h.
La serie 986 vantava un CX pari a 0,31.
Nell’anno 2000, vide la luce sempre per la serie 986 la versione S, con motore potenziato a 252 cv, la velocità di punta oltrepassa i 260 kmh. L’aumento di cilindrata fino a 3,2 litri della S, in virtù dei 2,5 della Boxster normale, nasce dalla richiesta di possessori del modello e stampa specializzata che lamentavano una cavalleria troppo blanda per una Porsche. Come ogni sportiva che si rispetti aveva il sottoscocca rivestito.
Oggi la prima serie della Boxster è una vettura di interesse storico, consente di assaporare tutto il bello di Porsche, senza far pesare il tutto in maniera troppo forte sul portafogli.
Ciò nonostante non è un vorrei ma non posso come in molti hanno sostenuto, ha il vero DNA Porsche. Consente inoltre a chi magari non ha capacità di guida tali da gestire cavallerie infinite, di potersi divertire “in sella“ ad un vero cavallino di Stoccarda.
Il canto del cigno della serie 986 è rappresentato dalla serie limitata 550 spyder, prodotta in 1953 pezzi. Un unico colore previsto il GT silver metallic, pomello del cambio, cerchi in lega interni ed impianto audio Bose esclusivi per questa versione a tiratura limitata.
Col lei si chiuse la serie 986 nel 2004.
Oggi per una bella Boxster S serie 986 possono bastare 18/19 mila euro, ci si porta a casa una sportiva vera, con un DNA nobile che porta con se tutti i punti di forza del marchio Porsche. A distanza di quasi 25 anni la Boxster è ancora un cavallo di battaglia di Porsche. Prodotta in ben quattro serie e in un largo numero di versioni. L’attuale versione, a mio avviso uno dei coupe più belli sul mercato è ancora vendutissima sia nel mercato del nuovo che nel mercato dell’ usato.
E poi se la guardate bene somiglia in maniera imbarazzante a Little Bastard…
Antonio Gelmini
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