Non guardarmi con quegli occhi. Verdemare immenso e umido.
Mi perdo dentro quello sguardo. Lo sai. Mi perdo ancora. Nonostante tutto quello che è successo tra noi. Quei tuoi occhi grandi e profondi erano per me un oceano di sentimenti caldi e avvolgenti. Lo sono ancora.
Mi smarrivo sentendomi osservato da te. Divenivo goffo. Impacciato.
Un bambino sotto lo sguardo di una madre severa.
Oh come amavo i tuoi occhi. Come li amo. Per i poeti antichi attraverso essi usciva lo spirito di Amore, che trafiggeva il cuore degli uomini, lasciandolo lì a soffrire. Disperati e inutili. Per me fu lo stesso. E tuttora.
Quel velo dolce amaro di tristezza, che non li ha mai abbandonati è forse stato per me l’aspetto più attraente. Il legame più forte. Amavo asciugare le tue lacrime. Vivevo per consolarti.
Nei momenti d’amore poi, le palpebre scendevano giù. Scendevano senza serrarsi, in un languore sublime sottolineato ancor più dalle labbra appena dischiuse. Ricordi e brividi.
Il tuo sguardo si faceva di ghiaccio a volte. Pugnalava la mia anima con ferocia. Belva selvaggia. Sbranava il tuo sguardo il mio spirito, ma tu non te ne accorgevi. Attraverso i tuoi occhi splendidi eri impegnata a ferirmi.
Passavano quei momenti, pur lasciando profonde cicatrici. E loro tornavano a posarsi su di me come colombe lievi. Come farfalle. Velenose e soavi. Oggi quegli occhi mi guardano ancora. Dietro al loro schermo, chissà quali pensieri. Non si posano sui miei i tuoi occhi, oggi.
Vagano in giro per la stanza. Mi trapassano senza vedermi. Guardano le mie spalle. Le mie braccia e le mie mani. Strette intorno al tuo collo delicato. Anche in questo momento però manca quella scintilla. Alteri. Restano privi di quella piccola, minuscola particella dell’anima, che speravo un giorno sarebbe apparsa nel tuo sguardo. Speravo che mi avrebbero accarezzato con dolcezza.
Leggo nei tuoi occhi. Mi rendo conto. Nonostante tutto quello che abbiamo passato insieme. Nonostante le parole. Nonostante quello che ti sto facendo. Ancora non capisci.