Un uomo aveva sempre il cielo dell’anima coperto di dense nubi. Era incapace di credete alla bontà divina e soprattutto non credeva all’amore di Dio. Un giorno mentre camminava, errando sulle colline anche attorniavano il suo villaggio, sempre tormentato dai suoi oscuri dubbi incontrò un pastore che gli chiese: “perché sei così triste? Che cosa ti turba tanto?” “Mi sento immensamente solo”. “Anch’io sono solo eppure non sono triste”. “Forse perché Dio ti fa compagnia”. “Hai indovinato!”. “Io invece non ho la compagnia di Dio. Non riesco a credere al suo amore. Non riesco a credere che ami gli uomini uno per uno. Com’è possibile che ami me?”. Puntando l’indice verso la collina, rispose il pastore: “Vedi laggiù quel villaggio? Vedi le finestre di ogni casa? Il sole è uno solo, ma ogni finestra del villaggio, anche la più piccola e nascosta, ogni giorno e nell’arco dell’intera giornata è baciata dal sole. Forse tu sei disperato perché tieni chiusa la tua finestra”. Una santa diceva che “in noi portiamo il nostro cielo”, poiché Gesù con il battesimo abita in noi e ci sazia della luce della sua presenza, nella fede si dà a noi in un misterioso incontro d’amore. Non solo nel momento della comunione eucaristica, ma sempre dovremmo chiedere a Dio di poter confessare con verità: “Mi sembra di aver trovato il mio cielo sulla terra, perché il cielo è Dio e Dio è nella mia anima”.