Oggi il mondo che mi circonda si è svegliato con un cielo molto triste, con nuvole basse e opprimenti. A volte mi sento avanti con gli anni più di quello che dice l’anagrafe anche perché sono per natura fin troppo dipendente dai capricci del tempo con una sottile tendenza al pessimismo. Fatto sta che in queste giornate ho il timore che siano in arrivo ore poco liete o fors’anche dolorose. Tuttavia ritengo di essere arrivato alla cosiddetta età saggia e carica di esperienza, almeno così sostenevano gli antiche filosofi e stoici greci che dimostravano eroica impassibilità alle avverse vicende. Ho capito, forse un po’ tardi per poterne usufruire di persona, come ci si deve comportare per non avere grandi delusioni nel corso della vita. Sono suggerimenti del tutto personali e non tutti condivisibili, però in linea con i propri simili in questo terzo millennio. Partiamo dalla saggezza. Si dice che arrivati al doppio “anta” si è più o meno suonati perché, per la maggioranza delle persone anche quelle cosiddette perbene, quest’età crepuscolare, oltre che col participio passato del verbo suonare, viene classificata come ‘”l’età metallica” in questo senso: denti d’oro, capelli d’argento e sesso di piombo. Per una tranquilla sopravvivenza racconta quello che ti fa più comodo e ricorda il famoso proverbio del Far West: “Trovate subito un cavallo al Cow-Boy che ha detto la verità”. Non ci si deve mai impegnare in un’impresa. Bisogna lasciarsi coinvolgere solo se sono in gioco sicuri e positivi interessi personali. Guai a tenere una posizione di principio, coltivare una passione. Si perde tempo, vita, risorse. E non dimenticare mai che: “dove non c’è niente da guadagnare, c’è tutto da perdere”. E soprattutto tieni presente che ogni promessa è debito. Non assumere responsabilità pubbliche che dovrai poi scontare per tutta la vita. Non te ne faranno un merito ma una colpa, col rischio di finire magari nei guai come sta purtroppo capitando ad una brava signora di mia conoscenza. Se decidi di sposarti fallo pure. Ti sta bene! E non intestare nessuno sulla tua casa. Ho conosciuto padri di famiglia che l’hanno fatto, sono stati costretti poi dai figli a vivere il resto della vita in cantina o al ricovero. Agli appuntamenti non arrivare mai in orario. Sempre dopo, per dimostrare che sei impegnato in tante altre attività molto più importanti. Sarai così rispettato, onorato e stimato oltre ogni limite. Tanti anni fa fummo invitati, dai politici di grossa cilindrata del bergamasco, ad una riunione istruttiva e conviviale in un grande albergo di San Pellegrino (Bg). Eravamo un centinaio, tutti democristiani. Meno uno. Per farla breve: i grossi calibri, compresi il prefetto, un senatore e tre deputati, arrivarono al summit con un’ora e mezza di ritardo e furono accolti con fragorosi applausi dai presenti. Meno uno. (Primi cittadini appena eletti alle elezioni comunali). Confesso che anch’io ho sempre creduto nell’ESSERE! Oggi ho finito per credere nell’AVERE! Crollati i miei ideali di gioventù, passati dai capolavori di Victor Hugo alla divina Greta Garbo, dai romanzi di Matilde Serao alla tragedia del Bounty. Dal volo a vela ai sei anni in Marina, la guerra e i campi di prigionia. Dalle strabilianti gemelle Kessler ai “Pirati della Malesia”. Da Lucio Anneo Seneca alla mitica Marilyn. Dall’inquietante Ugo Foscolo ai capolavori di Cronin e di Voltaire. E preso atto che il mondo non è riuscito a cambiarlo nemmeno Napoleone, non mi resta che fare come San Paolo: rimanere folgorato in una via del bergamasco e cominciare a vedere il mondo reale così com’è, sganciato dai sogni e dal “come dovrebbe essere”. Ricorda sempre che: solo le rose che non cogli non hanno spine. Possedevo tanti anni fa una “Vespa” bianca. Una delle prime della Piaggio, 98 di cilindrate. Cosa c’entra uno scooter con il contenuto di questo racconto? E’ presto detto: oltre alle donne con tutti i migliori attributi, vi sono anche quelle che s’innamorano del veicolo preferibilmente di grossa cilindrata e pagato un occhio. Non se la prendano le signorine con la coda di paglia, non è l’invidia a farmi da suggeritore ma la constatazione di una realtà che appartiene solo al gentil sesso. Mi riferivo ad auto costose per dire: Euro, conti in banca con tanti zeri cui certe donne non possono fare a meno. “Dimmi quanti zeri hai sul tuo conto e ti concederò tutta me stessa. Sarò la tua schiava concubina e ti amerò perdutamente”. Non ho mai visto una donna bellissima accompagnata da un impiegato del Comune o da un geometra addetto alle stime del Catasto. Non importa se bello o brutto, colto o meno, sentimentale o sognatore: basta che abbia grana e notorietà come tanti osannati calciatori che oltre ad essere bravi con i piedi , sono bravissimi amatori tanto da far impallidire Casanova e Rodolfo Valentino… Qualche tempo fa una certa Valeria Marini, in tivù a noi poveri mortali disse cosa l’avesse spinta ad innamorarsi di Cecchi Gori, ricco industriale toscano produttore di film e patron della Fiorentina calcio. Raccontò, con la bocca a forma di cuore, di “un ragazzetto molto dolce, premuroso, gentile, romantico e maturo per la vita a due e che per queste qualità più che pregevoli aveva perso la testa. E non solo. Quindi: non per soldi. Fai peccato solo a pensarlo , Bènèdèto! Detto questo siamo arrivati al dunque: vi do un consiglio da amico: al primo appuntamento con la donna dei vostri sogni presentatevi in “Vespa” come ho fatto io. Se sale è sicuro e sincero amore. E questo è un sogno che rimarrà tale: che bello sarebbe parcheggiare davanti al bar il tuo gippone 4×4 con tutti gli optional e le gomme larghe come quelle dei TIR. Solo così sei qualcuno principalmente perché anche tu ti senti qualcuno. Specie quando incontri il solito fesso che ti guarda con riverenza ed ammirazione e “Buongiorno, signor… posso offrire un caffè?” Perché non c’è piacere più grande per il poveraccio che offrire da bere al ricco, o ritenuto tale. Lo so che in questo racconto tanti argomenti sono espressi in modo diametralmente opposto al senso della ragione. E non mi va di pretendere consensi. Ci dev’essere sempre un Bastian contrario per tener vivi la fantasia e il dialogo. Altrimenti che gusto c’è? E lasciatemi dire anche questo: finchè le tavole saranno apparecchiate solo per una minoranza e la maggioranza si troverà sempre a dover servire i capricci della prima, accontentandosi degli avanzi, il sentimento e la speranza di poter vedere un mondo capovolto sarà sempre all’ordine del giorno. Prima di salutarci un ultimo suggerimento, ma il primo per importanza: concedi favori a nessuno se non sei in grado di sopportare l’ingratitudine. E vieni o Maggio, t’aspettan le genti, primavera di liberi cuori, dolce Pasqua dei lavoratori viva il sol dell’avvenir…! Visto e verificato per censura dalla prima moglie: Rosaria Giudizio: tutta colpa dell’età metallica in un giorno di ordinaria follia. Giuseppe Paganessi