Che Natale sarà quest’anno?? I primi ad addobbare i loro negozi, già a metà settembre, i cinesi…e da metà ottobre anche nei discount e supermercati sono spuntati sugli scaffali panettoni e pandori. Sempre più in anticipo, secondo me, vuol dire sempre più sbiadito il significato del Natale, a dicembre. Per chi è credente tutto questo consumismo è veramente esagerato, si sta andando verso un pensare comune dove gli addobbi e i cibi diventano i simboli principali di questa festività, accompagnati da finti buonismi che, dalla tv ai giornali, alle telefonate di vere o finte associazioni, ci ricordano ogni anno di fare beneficenza, puntando sulla tradizionale bontà che aumenta in questo periodo. Per chi vive solo il lato festaiolo, penso comunque che sia deprimente arrivare a Natale già stanchi di mangiare dolciumi e di anticipare in casa gli addobbi. In questa rincorsa a chi vende prima e di più tutto ciò che è inerente al Natale, quest’anno si aggiunge la maledetta spada di Damocle sulla testa: covid, coprifuoco, mancanza di certezze quotidiane, problemi psicologici, preoccupazioni sanitarie ed economiche, prospettive nere per l’immediato futuro…come possiamo sentire l’atmosfera magica in cui dovremmo “volare” aspettando e vivendo poi queste bellissime feste?
Manca quella leggerezza che, tranne in casi particolari, riusciva a farci sognare, malgrado di problemi ne avessimo anche gli altri anni. Ora il ripresentarsi rapido di un’emergenza che speravamo di non rivivere, ci ha di nuovo travolto, distruggendo quella fragile serenità ritrovata in estate, quella speranza che ci aveva dato una parvenza di normalità, tanto indispensabile per risollevarci. Che Natale sarà dunque quello del 2020? Ansie, sentimenti negativi e divieti alla nostra libertà creano un clima di insofferenza, di ribellione, di dubbi su verità dette, nascoste, distorte… Personalmente ho già vissuto Natali molto tristi, per lutti in famiglia. Anche quest’anno, la percezione è ugualmente quella di un lutto, dai contorni non ben definiti, anche per chi non ne ha realmente avuti, comunque molto opprimente. Sono infatti “momentaneamente” (un lungo momento…) morte: abitudini di vita, relazioni sociali, fiducia reciproca, libertà personali, sogni e progetti…non è poco!!!
Ornella Olfi