Le rose bianche hanno il profumo dell’Amore, ma poche sono conosciute. Io quando su di un giornaletto trovo una di loro, voglio subito divulgare la loro identità, il loro AMORE per il prossimo, perdendo anche la vita. L’articolo è tratto dal giornale ROCCA n.3 di febbraio.
Sono passati sei anni dal primo incontro di Fraternità con Rita Rossi e il Progetto di prescolarizzazione dei “suoi” Pigmei BaKa del Camerun… “Hai saputo di Rita? Ha avuto un grave incidente a Yaoundè” la notizia arriva prima con il passaparola, poi si precisa dalla lettura di alcune scarne note sulle pagine di cronaca regionale in alcuni quotidiani nazionali italiani. Rita Rossi, missionaria laica toscana, già appartenente alla Fraternità camerunense delle Piccole Sorelle del Vangelo di padre Charles de Foucauld, il 7 dicembre scorso si stava dirigendo da Saloupoumbè – il piccolo villaggio nel sud est del Camerun, dove condivideva la povera vita dei pigmei Baka – all’aeroporto della capitale per tornare in Italia per un breve periodo. Alla guida di un fuoristrada, che da qualche anno ha sostituito lo scalcinato motorino che la portava da un villaggio all’altro con la sua valigetta da ostetrica zeppa di materiale sanitario, ha impattato violentemente un grosso veicolo fermo a bordo strada. Rimasta sempre cosciente, e attenta più che a sè, piuttosto alle condizioni della donna che viaggiava al suo fianco, è spirata qualche ora dopo. E, per rispettare una sua precisa volontà, il suo corpo è stato sepolto in Camerun, per rimanere ancora accanto a quel popolo della foresta, i Pigmei Baka, di cui era diventata la “mamma” e poi la “nonna”: per 50 anni ha provveduto ad accompagnare, lei ostetrica di professione e missionaria per scelta, la nascita di tanti bimbi e poi a seguirne la crescita, preoccupata dell’altro salute e della loro educazione. Sempre in prima fila per difendere i diritti di una popolazione mite, ma inerme e ormai sradicata dalle sue tradizioni di caccia e pesca seminomade a causa della deforestazione massiccia attuata dalle multinazionali del legno, Rita con tenacia ha insistito presso le istituzioni governative ed ecclesiali locali per promuovere l’educazione e la scolarizzazione di base dei bimbi Baka. “Conoscere, vedere, amare” hanno informato il suo stile di vita, dove al primo posto lo stare ed il vivere in prossimità, “l’esserci”, mostrando nei fatti il prendersi a cuore la vita delle famiglie con rispetto ed insieme con l’obiettivo di guidare ad un riscatto. Ai Pigmei Baka, suoi compagni di vita, ed a noi che abbiamo conosciuto lei e, suo tramite, per un po’ siamo stati vicini ai Baka rimangono i “segni” del suo lungo cammino. Grazie,Rita!
Luigina Morsolin
Un grazie a Nonna Grazia