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MEZZANE IN LUTTO ANCHE PER I CONIUGI LUIGI COMINI E LUCIANA BURATA

Lui ha lavorato per 37 anni dalla ditta Baroni a Carpenedolo, Lei era di Isorella

Anche Mezzane di Calvisano, così come la terra bresciana è stata martoriata dal virus, dal 10 marzo al 18 maggio ben 16 dei suoi abitanti se ne sono andati in silenzio, nei letti degli Ospedali o delle Case di Riposo, alcuni a casa.
Con il dolore dei congiunti, di frequente anche loro in isolamento forzato, parenti e conoscenti. Persone morte, private del rito delle condoglianze, del funerale nelle forme consuete.
Ogni morte per coronavirus o di altre malattie, di questo tragico periodo andrebbe ricordata con la storia di vita di ogni persona e del dolore per i propri cari. Fra queste nella frazione mezzanese resta ancora inconsolabile e impensabile per le famiglie dei figli Mauro e Lorenzo Comini, che a fine aprile hanno visto la morte del papà Luigi di 73 anni, compiuti il 26 febbraio, e trenta giorni prima della mamma Luciana Burato di 69 anni. Molto conosciuti a Mezzane per la loro solarità e presenza attiva nel paese. Luigi, collaboratore parrocchiale, lo si è visto in passato come barista all’Oratorio, al lavoro per le feste dello stesso, presente e attivo in altre iniziative parrocchiale o del paese. Lei, molto affabile, attenta alle conoscenze del paese, pronta a meravigliarsi di tutte le piccole cose, che con il suo stupore diventavano grandi. Preoccupata come ogni Mamma, aveva dedicato tutto per la famiglia. Era impegnata da tanti anni nel Gruppo Missionario e per la pulizia periodica all’ambulatorio medico.
La loro scomparsa ha lasciato in tanti un vuoto. Una famiglia ben voluta è sparita nel nulla. Nipotini senza nonni, figli senza genitori, parenti ed amici senza riferimento. Dal matrimonio del maggio 1973, avevano vissuto con i genitori di Luigi, e coi nonni erano cresciuti i figli.
Negli ultimi 27 anni, dopo la morte della Suocera Lucia, in particolare Luciana ha accompagnato ed accudito alla faccende domestiche, anche il suocero Giulio deceduto quindici mesi fa a 105 anni. Prima ai Tesoli, poi dal 1982 al Villaggio Orientamenti, realizzato dall’omonima Cooperativa, formata con amici per diventare proprietari di una moderna abitazione. L’abitazione bifamiliare era accanto alla famiglia della sorella Maria Agostina Comini, porta a porta, con la stessa fontana, giardino, orto sul retro, quasi un vivere in una comunità aperta dell’andare e venire per ogni necessità. In particolare la sera, quando il nipote disabile, Isaia andava dalla zia Luciana, importanti e preziose ore di integrazione sociale e di affetto donate per 33 anni.
Luciana era da pochi anni pensionata, avendo lavorato quindici anni da giovane a Isorella dove era nata. La famiglia era venuta nella bassa bresciana proveniente dal Veneto. Nelle sue ultime telefonate dall’Ospedale si preoccupava dei funerali dei mezzanesi, come quello di Umberto Zorzetti. Aveva fatto in tempo a vedere le prime morti senza funerali, una tragedia di tristezza per tutti diceva, di cui lei poi è stata direttamente coinvolta. Luigi, dopo l’avviamento professione, è stato assunto come apprendista recandosi a Carpenedolo con il motorino, il diffuso allora 48. Svolgerà il militare nell’Aeronautica a Piacenza, dove si recava con la Vespa che lo ha accompagnato, prima dell’acquisto della Fiat 500. Diventerà esperto saldatore e per 37 anni lavorerà da Baroni Ribaltabili a Carpenedolo, ottenendo per questo nel 1999 il Premio di Fedeltà al Lavoro.

Dopo il pensionamento come hobby ha lavorato i pochi ettari di terreno del Padre. Qui nella semplice e vecchia casa contadina, da tempo nel pomeriggio era convegno di un gruppo di amici pensionati. Anch’essi smarriti per quanto accaduto ai due coniugi, relativamente anziani, di buona salute Lui, mentre Lei stava combattendo positivamente con un tumore, che non stava dando ripercussioni negative al suo fisico di aspetto giovanile. Il 2020 non è stato l’anno che si aspettavano.Solitamente la combinazione dei numeri portano fortuna. Febbraio con il 29, la loro casa con il 13, all’Ospedale quel sabato 21 marzo. Invece tutto si è tramutato in una maledetta primavera, iniziata con il calvario della malattia per tutti e due, dopo alcuni giorni di febbre. A piedi hanno percorso i pochi scalini dall’abitazione per salire sull’autoambulanza, non vi ritorneranno più. Ricoverati all’Ospedale di Montichiari, Luciana morirà la settimana dopo, mentre Luigi viene trasferito al Civile di Brescia. La terapia intensiva pare dare positivi risultati, si pensava già alla riabilitazione, ma dopo 40 giorni il suo cuore forte si è fermato. Insieme riposano nel cimitero di Mezzane, lasciando smarriti e angustiati i figli Mauro e Lorenzo, con le mogli Katia e Ilaria, i cari nipotini Mascia e Luca, così come per la sorella di lui Maria Agostina con Marino, Samuele e Isaia. Con il grande dispiacere di quei tragici e disperati giorni in ospedale, nella totale solitudine, di funerali quasi nascosti, senza saluti dei propri cari che amavano, degli amici e compaesani. Luciana, lascia anche la mamma Antonietta di 97 anni e i fratelli Guerrino, Liliana, Antonella e le loro famiglie.
Marino Marini

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