La 300 SL è considerata una delle auto più belle di sempre, iconica nelle linee, raffinata nella tecnica. L’apertura delle portiere comunemente definita ad “Ala di gabbiano“, è l’elemento distintivo dal punto di vista stilistico, quel particolare di classe, inconfondibile, che la consacra nell’olimpo delle più belle di sempre.
Rimase in produzione dal 1954 al 1963, fra coupe e roadster, che vide la luce solo nel 1957: ne produssero circa 3260.
L’acronimo SL sta per Sport Leicht, cioè sport leggera.
Nei progetti della Mercedes, c’era l’idea di costruire un’auto bella, veloce ed elegante, volevano però avere anche una vettura veloce e competitiva per tornare a vincere nelle corse. Non so se furono da subito consci di aver creato un’icona senza tempo, un oggetto del desiderio assoluto su quattro ruote.
Dotata di un raffinato telaio tubolare a traliccio che consentiva allo stesso tempo un’ottima rigidità e leggerezza. Fu proprio a causa della larghezza del telaio a traliccio nella zona delle fiancate che i progettisti pensarono di spostare le portiere e di incernierarle sul tetto.
Motorizzata dal leggendario M194 un sei in linea usato spesso sulle Mercedes di punta di quegli anni. Fu presentata al salone di New York del 1954, ove, inutile dirlo lasciò tutti senza fiato. Nello stesso anno, il 1954, Marilyn Monroe si sposa per la prima volta, sempre oltre oceano e viene effettuata la prima vaccinazione di massa contro la poliomelite.
Le prestazioni erano da urlo per i tempi, velocità massima che variava fra i 220 e i 256 km/h circa a seconda dei rapporti al ponte, cinque i settaggi disponibili. Il cambio era manuale a quattro marce con differenziale autobloccante ZF.
Una delle rarissime 300 SL in alluminio, una delle 29 costruite, fu ritrovata in un garage in California pochi anni fa, dopo un sonno di circa 45 anni. Storie dei giorni nostri, che oggi si sentono sempre più raramente. Vinse anche nelle competizioni dell’epoca, si distinse vincendo la categoria nella 1000 MIGLIA del 1955.
Un’auto pazzesca che incanterà sempre, ieri come oggi: di belle auto ce ne sono tante, pochissime però hanno quel tocco di “eterno“, da poter attraversare le epoche e i decenni lasciando senza fiato chi le vede.
Antonio Gelmini
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