Non mi stanco mai di ammirare la natura: le stagioni si susseguono apparentemente uguali ogni anno, ma osservando con attenzione, molte sono le sfumature simili, eppur mai perfettamente le stesse. Anche il medesimo cambiamento può sembrare a volte sorprendentemente diverso: dipende con quali occhi e con quale stato d’animo viene osservato. Senza spostarmi molto da casa, ho la fortuna di passeggiare tutti i giorni lungo i sentieri che costeggiano il fiume Chiese. Posso così tenere d’occhio giorno dopo giorno alberi, prati, fiori e animali, soprattutto guardarli con maggior attenzione ad ogni cambio di stagione. È sbocciata da poco prepotente la primavera ed è un tripudio di colori e di profumi: meravigliose chiome di ciliegi selvatici colme di fiori bianchi e rosa, da cui poi cresceranno gustosi frutti da cogliere; gialli cespugli, siepi rigogliose, ciuffi di fiori selvatici lilla e di margheritine. Anche i prati, malgrado quest’inverno sia piovuto pochissimo, sono molto verdi; tra le spine della rosa canina stanno nascendo le prime gemme; stanno spuntando i “loertìs” e le ortiche, ottimi per frittate o minestroni, così come le tenere cicorie; presto fiorirà anche la malva e sbocceranno i primi papaveri, creando vivaci macchie di rosso anche tra le pietre. Farfalle dai colori delicati o più marcati si posano qua e là, trasmettendo un senso di libertà e leggerezza. Nidi ancora vuoti appesi a rami nudi si stagliano in cielo, aspettando pazienti la crescita di nuove foglie che ripareranno i neonati ospiti in arrivo. Uno fra i più singolari esempi di quanto sia misteriosa e affascinante la natura è l’ abbraccio di questi due alberi, lungo il Chiese: sembrano quasi due amanti che si abbracciano ..una magia!! Curioso fermarsi anche a guardare i molti fusti che negli anni sono stati piegati dal vento: com’è possibile che il legno si sia curvato tanto senza spezzarsi? L’estate scorsa sono perfino cresciute tra i sassi in riva al fiume tre angurie e qualche pianta di pomodoro ciliegino. Peccato ci siano ancora troppi incivili che sulle sponde del Chiese buttano spazzatura di ogni genere, incuranti del danno che provocano al fiume e all’ambiente circostante.
Ornella Olfi