Con l’arrivo della menopausa si apre una stagione molto delicata per la donna. La caduta degli estrogeni e del progesterone determina molti cambiamenti fisici che non sempre vengono ben accettati. Una minor idratazione della pelle e un minor tono muscolare si accompagnano a squilibri termici e a sbalzi d’umore che possono rovinare anche il più bel momento della vita quotidiana. Tra le eventuali complicanze che la menopausa può portare con sé è documentata anche una perdita della densità ossea (osteopenia e osteoporosi). Una delle indicazioni più frequenti che vengono abitualmente suggerite da parte dei medici è quella di aumentare l’attività fisica. E in effetti attraverso l’attività fisica è possibile mantenere un buon muscolo e una buona densità ossea per favorire la prevenzione dell’osteoporosi. Ma recentemente é stato ipotizzato un nuovo meccanismo di funzionamento dell’attività fisica in grado di fornirne un razionale scientifico nelle donne in osteopenia. Come sappiamo infatti l’incremento dell’attività fisica favorisce la produzione di leptina, un’adipochina molto importante che nel corpo umano regola il senso di fame e sazietà nonché il deposito di grasso e muscolo.
Ebbene da recenti studi sembrerebbe che la leptina si comporterebbe con l’arrivo della menopausa come una sorta di “compensativo ormonale” in grado di equilibrare e appunto compensare la caduta degli ormoni. In tal senso la leptina non provvederebbe quindi soltanto a controllare il senso di fame e sazietà ma svolgerebbe una azione fisiologica aggiuntiva molto preziosa. Riprendere pertanto una sana abitudine come una camminata veloce di almeno 30 minuti tutte le mattine potrebbe rappresentare una valida opportunità per ritardare l’inevitabile invecchiamento del corpo umano, soprattutto nella donna.
Katia Mussetti e Vladimiro Colombi