Rimani sempre aggiornato! - Scarica l'App di New Entry!

MATTEO RUGGERI PORTA ALL’ATTUALITÁ L’ANTICO LAVORO DEL PASTORE

Proviene da Mezzane e con i suoi 24 anni è il più giovane pastore transumante d’Italia

Già a sei anni, Matteo Ruggeri sognava di diventare pastore, lo diceva a suo padre così come si esprimeva convinto con i suoi coetanei.
I quali allora, come oggi gli dicono che lui è matto. Tutti sognavano traguardi molto più ambiti: insegnante, ragioniere, dottore, divo televisivo, i più tanti campione di calcio, di sci, un po’ meno di ciclismo. Gli anni sono passati, ma lui quel sogno avuto da bambino lo doveva realizzare.
Lavorando duro, ingrossa il suo salvadanaio con una somma di danaro in grado di iniziare la sognata attività. Oggi il 24enne mezzanese è considerato il più giovane pastore transumante italiano. La sua storia ha fatto colpo, a fine agosto con un video trasmesso da “PiùValliTV”, televisione di Darfo-Boario Terme, emittente ufficiale delle Valli Alpine. Un video che ha fatto invidia, anche a molti personaggi del cinema, in quanto ha raccolto 655.000 visualizzazioni.
Tante le condivisioni e 50.000 mi piace.
Simpatia, apprezzamento e condivisioni si sono rincorse su Facebook e Whatsapp,sul sito “Mezzane” ha toccato oltre 12.000 visualizzazioni.
Matteo, porta alla attualità, una delle più antiche attività: la pastorizia transumante. Ossia l’uso di spostare i greggi verso le montagne in estate, a valle o pianura in autunno e inverno. Una scelta di lavoro duro, in qualche misura rischioso, ma certamente affascinante in piena liberta, scoprendo ed ammirando la natura. Insieme alla sosta nei campi, quasi praterie in montagna, vagando per strade e viottoli campestri, lungo le rive di fiumi e canali, alla ricerca di luoghi incolti e di campi che, dopo il raccolto, riescono ancora a produrre preziose erbacce e gustose erbe per le pecore.
Lui quando non è in montagna è nella nostra bassa bresciana. A Mezzane, nella campagna di via Montichiaresa, è cresciuto ed ha vissuto con la famiglia, papà Maurizio, la mamma Lara Capetti, la sorella Giulia, scomparsa per un tragico incidente nel dicembre scorso. Abita ora, per quei giorni che è a casa, a Carpenedolo con la compagna Anna, che lo asseconda e condivide tale scelta. Gli altri giorni dorme in Malga all’aperto sotto il cielo stellato, quando fa caldo e non piove, oppure in roulette, posta accanto al suo gregge. Da solo con le sue 500 pecore, alcune capre di razza orobica e due cani esperti più dell’uomo, Matteo ha appena trascorso quattro mesi in montagna. Ai 1.800 metri della Malga Tombea, nel Parco dell’alto Garda bresciano. Meta raggiunta con il cammino delle pecore – escluse le partorienti ed i piccoli agnelli, trasportati con automezzi idonei – partendo da Mezzane, passando per la Gardesana, Salò, Roè Volciano, la Val Sabbia e quella di Valvestino. Percorso svolto in modo inverso, in questo periodo, una ventina di giorni per ritornare nella nostra pianura. Qui il mangiare per le pecore lo si trova nei campi di erba o erbacce, chiedendo ai vari proprietari di entrare nei loro terreni, mentre in montagna vi sono le Malghe, zone a verde di proprietà pubblica, assegnate in affitto attraverso bandi regionali. Per il 2021 ritornerà nelle montagne bresciane, nelle malghe di Croce Domini. Un lavoro certamente duro e impegnativo dicevamo, che riporta noi lettori a ricordare il passato, che diventa attualità, affrontato con tanta soddisfazione da Matteo Ruggeri, per un vivere in libertà, all’aria aperta, con tanto amore e volontà per tale scelta. Una forte simbiosi con gli animali e il pastore, che si occupa di loro a tempo pieno, fornendo protezione, cure sanitarie, assistenza durante il parto, dar da magiare agli agnellini e tanto altro. Matteo è soddisfatto dei suoi viaggi pastorizi, dove conosce luoghi e persone nuove.
Certo non manca qualche maleducato e poco attento, paure più che per orsi e predatori, è il traffico che incontra nei trasferimenti, certamente la difficoltà più grande. Non facile percorre quei tanti kilometri, sulle strade normali, certo cerca anche quelle secondarie, purché non allunghino il percorso. Il resto per lui è una professione che lo rende felice, pioggia o vento non rallentano la passione per l’amato lavoro.
La produttività economica è data dalla vendita di pecore adulte, sostituite dai nuovi agnellini, dalla lana di pecora della tosatura. E per il futuro, oltre al molto tempo al pascolo, accanto ed insieme alle sue pecore, non manca di fantasticare e sognare alla futura famiglia, ai figli che verranno, certo che essi possano amare lo stesso suo lavoro. Continuando a far gioire bambini, ragazzi ed adulti quando incontrano o vedono tante pecore, grazie anche a chi continua con questa speciale attività, come Matteo Ruggeri.
Marino Marini

Condividi