Questa volta sarà uno dei venti caratteristici del deserto del Sahara, che normalmente soffia da sud est a dare il nome alla meravigliosa creatura della Maserati.
La Maserati Khamsin fu prodotta dal 1973 al 1983 in 430 esemplari.
Un numero di produzione così basso ne fa una vettura ancora ( non facilmente ) reperibile ma destinata ad un futuro collezionistico di altissimo livello. All’epoca Citroen aveva il controllo sulla Maserati. La Khamsin fu l’ultima vettura del tridente progettata dall’ing. Giulio Alfieri, colonna portante della casa emiliana.
Era un 2+2 dalla linea a mio avviso eterna e senza tempo, soprattutto nella parte posteriore dove il vetro utilizzato anche nella zona attorno ai fanali posteriori la rende unica e riconoscibile in mezzo a migliaia di altre auto.
La parte che più affascina della Khamsin è il posteriore appunto, la vetratura che si estende anche in una zona in cui praticamente nessuna auto osava, la rende uno straordinario esempio di stile italiano. Disegnata da Marcello Gandini, era dotata di fari pop up, altro elemento stilistico che trovo bellissimo in un’ automobile.
La khamsin non vide mai stravolto il suo aspetto, solo nel 1977 vennero inserite tre piccole fessure situate sopra la calandra per migliorare il raffreddamento.
Molto meno belli gli esemplari destinati al mercato USA da un punto di vista estetico, la parte posteriore venne pesantemente modificata tramite l’adozione di paraurti ad assorbimento d’urto, installati anche sull’anteriore della vettura. Fu così che anche i fari incastrati nel pannello trasparente furono incastonati nel paraurti… come rovinare un capolavoro.
Poteva essere dotata anche di cambio automatico Borg Warner a tre rapporti, decisamente poco adatto ad una vettura ad altissime prestazioni come la Khamsin. Motorizzata con un V8 bialbero da 4,9 litri e ben 320 CV di potenza. Un motore molto usato da Maserati in quel periodo, prestazionale e tutto sommato affidabile. Ovviamente è meglio sceglierla con il cambio ZF a 5 marce.
Dotata di schema Transaxle con cambio e differenziale montati su un telaio ausiliario, finezze ormai scomparse.
Toccava i 275 km/h e accellerava da 0 a 100 in 7 secondi. Alimentata da quattro carburatori invertiti a doppio corpo della Weber, i 42 DCNF.
Essendo appunto in quel periodo la Maserati controllata da Citroen, la Khamsin era dotata di un raffinato sistema idraulico imparentato con quello della Citroen SM. Telaio a scocca portante e non tubolare purtroppo.
La Khamsin è una vettura unica nel suo genere, con una linea che lascia senza fiato e prestazioni top, anche se va detto che portare al limite auto di quegli anni è roba da piloti veri, non c’è nessuna elettronica che ti aiuta se esageri… E’ una delle macchine a mio avviso più belle della Maserati e di quel periodo in generale, peccato che dati i numeri di produzione, i contenuti tecnici e le prestazioni sia ormai un modello da quotazioni molto importanti.
Alla portata di pochi… ma nessuno può impedire di ammirarla e ascoltarla se ne si vede una dal vero.
Antonio Gelmini
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