Orizzonti troppo lontani da raggiungere e troppi ostacoli sul cammino che fanno inciampare. Un amore, un cuore che s’illumina alla speranza di una vita migliore, lontano dalla sofferenza e coronata da un sogno insieme. Uno schiaffo ai pregiudizi, alle critiche, vivere liberamente un amore cosi intenso da uccidere. Labbra sempre troppo lontane dalla verità, amore a senso unico, viltà e menzogna s’impadroniscono di un animo confuso che per poco tempo s’è intrecciato con la tua vita gettando cenere grigia sul sentiero di stelle che ti eri preparata. Occhi troppo feroci per comprendere il tuo amore, gesti d’odio e di rancore in un giorno in cui soffiavano venti contrari, la marea era troppo alta, i flutti ti hanno inghiottita, la vita che era dentro di te non è stata accolta da colui che con te l’ha generata, dopo averti imbrogliata. Troppe cose sono state dette, troppi discorsi vuoti attorno a una luce che chiede solo di essere ricordata nella preghiera, una luce che da quei flutti è uscita per rinascere in Cielo avendo tra le braccia il suo bambino che non ha potuto nascere su questa Terra, ma con te, Marilia, avrà una vita perfetta in Cielo e non conoscerà sofferenza alcuna.
L’unica colpa, se di colpa si tratta è che ti sei innamorata dell’uomo sbagliato, di un orco, ma dopotutto a quante donne è capitata la stessa cosa?
Dopo tanto amore, dopo tante promesse e occhi accesi di passione ecco il baratro, ecco che al posto delle rose vi sono solo serpi che divorano l’anima, al posto di flauti ecco corde d’arpa spezzate e la Vita vola via, su ali di colombe bianche, qualcuno che non ha dato importanza alla tua persona, al tuo essere Donna, alla tua voglia di stabilità e completezza.
Non ti ho conosciuta ma credo fossi stata una persona molto sensibile, desiderosa d’affetto ecco perché non t’accorgevi del cuore sbagliato a cui hai bussato.
Solo tu, immersa nello splendore del Cielo t’appresti a salire su una nuvola col tuo bimbo in braccio, perdonando chi ti ha ferito, anima nuova e splendente, buona e semplice come sicuramente eri, guardando da Lassù il passare dei giorni, facendone ancora parte, come alla tua fiaccolata in cui puntualmente quando vennero lasciati i palloncini bianchi volare in Cielo le campane intonarono l’Ave Maria. Tu eri seduta su quelle note, tu eri tra quei palloncini bianchi, simbolo di liberazione verso il Cielo della tua anima che ha tanto sofferto. Ora puoi cantare, ora sei felice, nessuno più ti farà del male, al sicuro, cullando il tuo bambino,tra le braccia di Dio.