“Io coltivo una rosa bianca per l’amico sincero e per il nemico che il cuor mi strappa, ne cardo ne ortica coltivo, io coltivo una rosa bianca”
Un sorriso limpido, intelligente, solare: questo era Mariangela Melato, attrice dalle mille valenze. Quasi incurante del male che da tempo la affliggeva ha recitato fino all’ultimo, basterà pensare alla splendida interpretazione di “Filumena Maturano” con Massimo Ranieri (su Rai 1 a Capodanno). Come ovvio aveva paura della malattia, ma non è stata a piangersi addosso, ha resistito con il sorriso e con la testardaggine all’asprezza del male. Renzo Arbore, legato alla Melato da oltre 40 anni, le è stato vicino fino all’ultimo con la sua toccante umanità e la sua genialità istrionica. Commuove sapere che due giorni prima di morire, nella stanza della clinica dov’era ricoverata, Mariangela e Renzo hanno cantato insieme.
“Era una vecchia canzone degli anni 40, e lei era felicissima perché si ricordava tutte le parole”, ha confidato Arbore – “e… mi predeva in giro perché io invece…”
C’è un ultimo messaggio che è una simbolica ROSA BIANCA – il fiore preferito dall’attrice – data a ciascuno, come ricordo, da Arbore: “va data una speranza alle persone che, come lei, sono colpite da questa malattia: con la forza di volontà, con la positività è anche possibile sconfiggerla”. O, almeno, vivere gli ultimi anni con serenità.
“Io coltivo una rosa bianca, forte come la speranza che la notte non prenda sopravvento sul nostro cammino. E se il fato o l’odio il mio dolor affranca, ne tormento ne angoscia coltivo, io coltivo una rosa bianca”.
Angelo Bonanomi
in collaborazione con Nonna Grazia