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L’ULTIMA CERA

È devastante,
osservare impotente
la fiammella della vita
consumare l’ultima tua cera. 
Madre Cara, il tuo letto
è ogni giorno più grande,
mentre il tempo
dilania il tuo corpo;
arcua le tue membra,
curva le tue dita.
La tua voce
è ormai solo esile fiato
Senza suono,
che il mio dispiaciuto orecchio
più non percepisce.
Un Giuda mi sento, quando con
mascherata gioia affermo:
oggi hai proprio una bella cera!
Ma quale cera?
Manco il latte è così bianco.
Ma ai tuoi occhi 
così profondi e penetranti
non si può mentire;
leggi oltre la mia maschera di Clown,
vedi il mio cuore in lacrime,
e di rimando come a tamponare 
il mio immane dispiacere,
Tu sorridi,
raccogli tutto l’immenso amore 
che solo una Madre può contenere
e per placare
l’anima in pena del tuo figliolo,
anche di fronte alla morte, Tu sorridi.
Giordano

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