Voto (da uno a dieci): 6 Titolo originale: Lucy Nazione: Francia Anno: 2014 Genere: Azione, Fantascienza Durata: 90 minuti Regia: Luc Besson Cast: Scarlett Johansson, Morgan Freeman, Analeigh Tipton, Min-sik Choi Produzione: EuropaCorp, TF1 Films Production Distribuzione: Universal Pictures Italia Data distribuzione: da giovedì 25 Settembre 2014 “La vita ci è stata data un miliardo di anni fa. E noi che ci abbiamo fatto?” Il cervello umano e le sue capacità hanno affascinato da tempo i più stimati scienziati. Si ipotizza da sempre che gli essere umani utilizzino solo una minima parte delle potenzialità che il cervello offre (pur se la percentuale risulti essere incerta ed anche variabile). Per secoli la scienza speculativa ha provato ad immaginare cosa accadrebbe se l’umanità potesse varcare quella soglia. Cosa succederebbe alla nostra coscienza e alle nostre abilità appena conquistate se ogni regione del cervello fosse simultaneamente attiva? Se ognuno degli 86 miliardi di neuroni presenti nel nostro cervello si accendessero nello stesso istante, cosa potrebbe diventare un essere umano? Come influirebbe sulla comprensione della nostra vita? Già qualche anno fa il tema è stato affrontato in un’analoga pellicola (Limitless con Bradley Cooper, dove un farmaco, in via di licenza, era in grado di aumentare le capacità dei recettori neuronali ed attivare tutte le aree del cervello, facendo non solo recuperare l’autostima perduta ma anche tutti i ricordi più distanti e reconditi). Oggi è lo sceneggiatore e regista dalla dimensione internazionale Luc Besson, che già da tempo ci regala memorabili eroine sul grande schermo (pensiamo a Léon, Nikita, Il quinto elemento, Giovanna d’Arco), a decidere di tornare sulla questione.E lo fa presentandoci Lucy (che dà il titolo all’omonima pellicola, film di apertura della 67esima edizione del Festival Internazionale del Film di Locarno). Nella vicenda di Besson la protagonista Lucy (le cui fattezze sono quelle della Scharlett Johansson di Lost in trasnslation, Iron Man 2, The Avengers e del recentissimo Under the skin) è alle prese con il proprio compagno che le chiede di consegnare una misteriosa valigetta ad un uomo d’affari. Neanche il tempo di consegnare l’involucro che il fidanzato viene ucciso e lei presa in ostaggio. Dopo qualche minuto ciò che si trova nella valigetta viene impiantato nello stomaco della povera donna e di altri sfortunati “piccioni viaggiatori”. Purtroppo non si tratta di trasportare un messaggio, bensì una pericolosa sostanza stupefacente di inestimabile valore. Lucy e le altre cavie verranno portate in aeroporto con destinazioni differenziate (Roma, Parigi, Berlino). Quando la sostanza chimica nel corpo di Lucy viene accidentalmente liberata (che, in realtà, non è proprio una droga ma una sostanza naturale che le donne incinta producono nella sesta settimana di gravidanza e che si chiama CPH4), comincia l’inimmaginabile: la sua capacità cerebrale raggiunge livelli sbalorditivi e precedentemente solo ipotizzabili. La sua mente e il suo corpo cambiano iniziando a percepire, attorno a se stessa, lo spazio, l’aria, le vibrazioni, la gente e la gravità; sviluppa telepatia e telecinesi, coscienza allargata e controllo sulla materia. Mentre ogni singolo angolo del suo cervello inizia a svegliarsi, Lucy partirà alla ricerca del Professor Norman (il Premio Oscar Morgan Freeman) che vanta decenni di ricerche sulla materia ed è considerato la massima autorità in questo campo. Ad aiutare Lucy in questa impresa ci pensa il capitano della Polizia francese, un tranquillo agente a capo del suo ufficio. Inseguita dai suoi ex catturatori, che vogliono recuperare il loro prodotto dal corpo della donna, Lucy inizierà a ribaltare le cose trasformandosi in una guerriera evoluta oltre ogni umana logica. Le porte del suo cervello, come in un effetto domino, si apriranno dal 20 per cento al trenta, poi al quarta, fino ad arrivare al 100 per cento. Nonostante la buona interpretazione dei due protagonisti (Freeman è sempre all’altezza di regalare un’aria di serietà, piuttosto che un sorriso giocoso, un luccichio degli occhi, o un’anima stanca ma profonda; la Johansson che riesce a spaziare dal ruolo di adolescente al thriller noir, passando attraverso i vari blockbusters), Lucy, con una sceneggiatura originale scritta più di dieci anni fa, sorvola un po’ troppo sulla psicologia dei personaggi, risolvendosi in un buon risultato da un punto di vista visivo, ma in un prodotto finale non del tutto convincente. Nonostante la giusta dose di collaborazione da parte degli esperti di effetti speciali e visivi (la Industrial Light & Magic), un ritmo anche buono in sé, una colonna sonora energica ed ipnotica, benché sappiamo che ogni produzione del regista non assomigli mai alla precedentemente, alla fine non portiamo a casa quello che ci saremmo aspettati da un grande maestro del cinema come Luc Besson. Dopo una buona prima mezz’ora, il regista sembra voler correre precipitosamente verso la sua affrettata conclusione; forse complice anche la durata del film (che non arriva neppure ai canonici novanta minuti). Scienza, inseguimenti, super poteri. Buone idee ma, forse, sviluppate in troppo poco tempo, bruciando quelle tappe indispensabili per convincere ed appassionare lo spettatore in sala. Peccato perché la lezione che ci saremmo attesi (qui forse un po’ troppo concentrata, ma che la sufficienza si porta comunque a casa), rimane solo a livello superficiale di documentario scientifico/filosofico, di spiegazione sul senso dell’esistenza e sulla relazione coi propri simili. “La vita ci è stata data miliardi di anni fa. Ora sapete cosa farne”. Piergiorgio Ravasio