Redditometro, spesometro, black list. Aumentano gli strumenti a disposizione nella lotta all’evasione
Lo spesometro è una comunicazione o un accertamento. E il redditometro ricostruisce i redditi o le spese? Gli strumenti messi in campo nella lotta all’evasione nel corso degli ultimi anni sono stati molto numerosi. Talmente numerosi che a volte è molto facile perdersi dietro ai significati e ai confini di ciascuno di essi.
Qualche giorno fa l’Agenzia ha diffuso il modello «polivalente» che servirà agli operatori commerciali (imprese, professionisti e più in generale il “popolo” delle partite Iva) per comunicare una serie di informazioni, che prima facevano parte di adempimenti separati tra loro. Dati che andranno ad arricchire i database dell’Anagrafe tributaria, che serviranno presumibilmente a mirare sempre con maggior precisione i soggetti a maggior rischio evasione. Ma il dizionario del Fisco non si fermano alle comunicazioni. Ci sono, infatti, tutte le fasi successive come l’invito, l’avviso di accertamento, il contraddittorio, l’adesione.
TASI
La nuova Tasi, il tributo sui servizi indivisibili previsto dalla legge di stabilità per il 2014, vale 3,76 miliardi di euro ad aliquota standard, cioè con il livello-base dell’1 per mille: 470 milioni in più dell’Imu sull’abitazione principale che, sempre ad aliquota standard, vale 3,3 miliardi e sembra destinata a scomparire con il nuovo anno. La Tasi peserà più dell’Imu, si parte da 3,7 miliardi ma si può arrivare a 9. Ora fra le due imposte a regime, l’Imu che si è pagata nel 2012 e ora è in corso di cancellazione, e la Tasi che è in arrivo. La maggiorazione Tares (1 miliardo di gettito complessivo) è invece un’una tantum statale, come prevede il Dl 35, non serve quindi a pagare i servizi indivisibili dei comuni e sarà versata solo nel 2013. Quando si è pagata l’Imu, cioè nel 2012, non si è pagata la maggiorazione Tares, mentre quest’anno accade l’esatto contrario: si pagherà a dicembre la maggiorazione Tares, ma non si pagherà l’Imu (almeno secondo i progetti del Governo, che intende abolire anche la seconda rata). In breve: è vero che anche la maggiorazione Tares va coperta nei saldi di finanza pubblica (e per questo il ministero la abbraccia nel confronto), ma nei fatti non si è mai aggiunta all’Imu sull’abitazione principale. La nota del ministero dell’Economia, inoltre, attribuisce all’Imu ad aliquota base un gettito di 3,7 miliardi perché incorpora la cancellazione delle detrazioni da 50 euro per ogni figlio convivente, che si applicavano all’Imu sull’abitazione principale: nel 2012 e nel 2013, però, le detrazioni ci sono, e quindi si sono tradotte in mancati pagamenti da parte dei contribuenti: si tratta di sconti fiscali da circa 400 milioni, che spiegano appunto la differenza fra i due livelli di gettito base fra Imu e Tasi (il resto, poche decine di milioni, nasce da piccoli interventi su edilizia sociale e prime case dei militari). Le detrazioni cesseranno il prossimo anno, e quindi la relazione tecnica le conteggia nel gettito “teorico” del 2014: il contribuente, però, non le ha mai versate.
Il Sole 24 ore